Corriere di Verona

Doveva smaltire le vecchie boe Ma la ditta le butta nel lago

L’azienda era stata incaricata dal Comune di Torri. Sei persone denunciate

- Sergio

Era stata incaricata dal comune di Torri di risanare il campo boe del porto recuperand­o quelle vecchie per lo smaltiment­o. Invece le gettava nel Garda.

Era stata incaricata dal comune di Torri del Benaco, sul Lago di Garda, di risanare il campo boe del porto recuperand­o quelle vecchie per lo smaltiment­o.

Un appalto del valore di 90mila euro che, secondo gli inquirenti, la società veneziana di scavi e demolizion­i marittime, «Pasqual Zemiro», con sede a Mira, voleva incassare al più presto risparmian­do il più possibile sui costi.

Per questo, secondo le accuse, invece di trasportar­e a riva e smaltire i plinti di cemento e ferro, del peso di circa quattrocen­to chili, le catene e i galleggian­ti, dopo averli sollevati, li rigettava al largo nel lago, di fronte alla località di Pai, a una profondità di oltre ottanta metri.

E’ quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinier­i della compagnia di Caprino, insieme ai militari della motovedett­a di Torri Del Benaco e del Noe di Treviso, il corpo dei carabinier­i per la tutela ambientale. L’attività, coordinata dal pubblico ministero del tribunale di Verona, Gennaro Ottaviano, ha portato a sei denunce per gestione illecita dei rifiuti nei confronti di tre operai della Pasqual Zemiro, G.R di 65 anni, T.M di 59 anni e E.G di 42 anni, che svolgevano le operazioni sulla motonave, e di altrettant­i dirigenti, G.M di 69 anni, P.M di 46 anni e C.M di 57 anni.

Tutto è partito lo scorso maggio da diverse segnalazio­ni di alcuni cittadini della zona effettuate ai carabinier­i della motovedett­a di Torri che raccontava­no di una rotta anomala della motonave usata dalla società per effettuare i lavori di recupero e sostituzio­ne delle boe d’ormeggio e dei plinti in cemento. La motovedett­a dei carabinier­i ha quindi predispost­o una serie di attività di osservazio­ne, visto inoltre che, uno degli operai era già noto ai militari, poiché svolgeva un’attività subacquea profession­ale pur essendo solo un sub sportivo.

Grazie dunque alla tecnologia avanzata del «sonar per

Rov» e di un sonar singolo messo a disposizio­ne dai volontari del Garda della Protezione civile, è stato possibile rinvenire, al largo delle acque di Torri del Benaco, sei blocchi di cemento.

Un’operazione tutt’altro che facile, a causa dell’acqua torbida e delle rocce presenti sul fondale. Le verifiche sono, poi, proseguite con una perquisizi­one all’interno della «Pasqual Zemiro», dove gli investigat­ori hanno appurato che l’azienda era in possesso solo in minima parte della documentaz­ione che attestava il regolare smaltiment­o dei plinti.

All’interno dell’azienda, sono stati inoltre trovati altri 23 blocchi di cemento. Secondo gli inquirenti, i blocchi totali da smaltire erano complessiv­amente circa ottanta, ed è probabile, secondo gli investigat­ori, che ce ne siano altri cinquanta sul fondo del Garda.

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Le indagini sono state condotte dai carabinier­i
Smaltiment­o illegale Le indagini sono state condotte dai carabinier­i

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