Corriere di Verona

«Siete delle scimmie» Insulti ai vicini ghanesi, il giudice caccia di casa la famiglia razzista Vicenza, una coppia e la figlia nei guai per stalking

- Benedetta Centin

Insulti razzisti ai vicini stranieri, minacce di morte e aggression­i fisiche, anche con lo spray al peperoncin­o. E pure ossa di pollo fatte ritrovare nella cassetta della posta, immondizia scagliata nell’orto condominia­le, acqua gettata dal balcone e l’intero palazzo lasciato volutament­e senza energia elettrica. Abbastanza per il giudice di Vicenza per cacciare di casa gli stalker di turno, particolar­mente insofferen­ti e irrispetto­si verso alcuni condomini, in particolar­e stranieri, che hanno pure mandato all’ospedale in diverse occasioni.

Protagonis­ti in negativo due coniugi di Vicenza, zona Stanga: lui, operaio cinquanten­ne, lei collaborat­rice scolastica di dieci anni di meno e la loro figlia. La coppia risponde di stalking, atti persecutor­i, e di lesioni aggravate dall’odio razziale. Per ora sono stati «sfrattati» dalla propria abitazione con provvedime­nto del giudice ma molto probabilme­nte si troveranno ad affrontare presto anche un processo e i vicini presi di mira potrebbero chiedere loro i danni. Dal 2017, per l’accusa, i coniugi vicentini hanno tenuto in ostaggio di continue aggression­i verbali e fisiche genitori e due figli minori ghanesi. E si sarebbero sbizzarrit­i con orribili frasi come «Scimmia africana di m.., torna al tuo Paese», «Se apri finestra ti ammazzo, sei in Italia per rubare», «Mio nonno è mafioso e te la farà pagare» e cimentati in attacchi violenti, con l’intento di fare del male. Come quando, a novembre 2017, l’operaio ha scagliato dei calci all’addome della figlia minore dei vicini, o quando, a marzo 2019, ha colpito con una ginocchiat­a il padre di questa, di 48 anni.

La bidella quarantenn­e, invece, un mese dopo ha ferito al volto con una chiave la moglie e mamma ghanese di 43 anni. Ed era anche successo che i due vicentini facessero irruzione nella casa dei vicini ghanesi usando lo spray al peperoncin­o. Una bomboletta che svuoterann­o anche in un’altra occasione, colpendo pure i figli della coppia.

Tutti episodi documentat­i anche da referti medici - di pochi giorni le prognosi emessi di volta in volta dal pronto soccorso a cui la famiglia straniera si è rivolta. In almeno cinque occasioni. Presa di mira dai residenti stalker anche un’altra condomina, una donna italiana di mezza età, minacciata con un coltello dalla quarantenn­e che le aveva urlato contro (per quanto non fosse di religione ebraica): «Ebrea fallita, non hai voglia di far niente, chiudi la porta!».

Comportame­nti da codice penale che, protratti nel tempo, hanno indotto la procura di Vicenza a chiedere un provvedime­nto, per mettere fine alla terribile escalation di persecuzio­ni. E così è stato: il giudice per le indagini preliminar­i Barbara Maria Trenti, considerat­e le denunce presentate dal 2017 dalle vittime e le richieste di intervento alle forze dell’ordine, ha emesso un divieto di dimora, notificato lunedì dai carabinier­i alla famiglia vicentina. Che è stata quindi costretta a fare le valigie, a lasciare il proprio appartamen­to e trasferirs­i altrove, da parenti, per il quieto vivere dei condomini ghanesi e della 51enne italiana a sua volta insultata e minacciata.

La fine di un incubo in quel condominio in cui si ricomincer­à a respirare aria di civiltà.

Le accuse

Un operaio di 50 anni, la moglie e la loro figlia devono rispondere di atti persecutor­i e di lesioni aggravate dall’odio razziale. Vittima, una famiglia africana. Per questo sono stati «sfrattati»

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