Hellas e Juric, il futuro: «Salvezza, poi viene il resto»
Il tecnico pensa all’Udinese e smentisce accordi: «Intesa col Napoli? Non è vero, guardo solo al Verona. La prima mossa tocca al presidente»
Ivan Juric, oggi e domani. C’è il campionato, con l’Udinese da affrontare domani alla Dacia Arena («Squadra di grande qualità, con giocatori forti come Lasagna e De Paul, che è un top player»), andando sull’onda del momento magico che vive l’Hellas, alimentato anche dalla straordinaria vittoria in rimonta con la Juventus.
Ma c’è, anche, un futuro che Juric sa essere più vicino di quanto si possa dire. Le sirene strillano fortissime attorno al nome del tecnico di Spalato, demiurgo di questo Hellas grande sorpresa della serie A. Si fanno avanti gli interessamenti dei top club, a cominciare da quello del Napoli, con Aurelio De Laurentiis che pensa all’uomo giusto da mettere in panchina, nel caso in cui Rino Gattuso non dovesse riuscire a rilanciare appieno la formazione azzurra. Juric taglia corto: «Qualcuno sostiene che avrei già firmato con il Napoli? Non è così. Non ho firmato né con loro, né con altri. Intanto c’è da raggiungere l’obiettivo con il Verona». Poi, sarà tempo di parlare con Maurizio Setti: «Tocca al presidente fare le mosse, è lui che decide» spiega Juric. Dal canto suo, Setti è forte dell’opzione di rinnovo che scatterebbe per il prossimo anno sul contratto dell’allenatore di Spalato, ma la permanenza all’Hellas di Juric non è di certo un mero fatto burocratico.
Occorre raggiungere un’intesa ampia, il dialogo si aprirà ufficialmente quando il Verona avrà toccato la fatidica «quota 40», quella indicata come soglia di sicurezza per mettere al sicuro la permanenza in A. «Questo è l’aspetto più importante per la società — continua Juric — e soltanto dopo parleremo del resto. Fin dall’inizio ho apprezzato che il presidente si sia espresso con chiarezza, mi ha sempre detto cosa si poteva fare e che cosa no. Ritengo che, se tutto andrà bene, ci sarà un maggiore potere economico». A conti fatti, l’Hellas incamererà, dalle diverse plusvalenze, trenta milioni di euro, già certi, per i trasferimenti di Sofyan Amrabat alla Fiorentina e di Amir Rrahmani al Napoli. Altri trenta possono arrivare dalla partenza di Max Kumbulla. Una miniera d’oro che deve essere la base per programmare. A questi patti, Juric è pronto a proseguire con il Verona. «Siamo migliorati tanto. Io dico che se prendiamo 100 dobbiamo investire 80. Non siamo l’Atalanta, che ha un settore giovanile portentoso e che ogni anno tira fuori due ragazzi di grande valore che vengono ceduti per grandi cifre. La strada del Verona è più lunga, decidere come percorrerla spetta alla proprietà».
Palla a Setti, quindi, mentre la rotta è orientata verso la Dacia Arena. Con l’Udinese non sarà a disposizione Giampaolo Pazzini («Ha un problema a un polpaccio, lo monitoriamo ma stavolta non potrà esserci», spiega Juric) e nemmeno Samuel Di Carmine è al massimo. In attacco è probabile la conferma di Fabio Borini, supportato da Matteo Pessina e Mattia Zaccagni, ma occhio all’alternativa rappresentata da Valerio Verre. Non sono previsti cambiamenti rispetto al trionfale 2-1 alla Juventus. Più di 1500 tifosi gialloblù saranno nel settore ospiti dello stadio friulano. Del doman non c’è certezza, ma il presente dell’Hellas è un concentrato di entusiasmo cui nessuno vuole mancare.
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Punti L’Hellas ha fin qui messo insieme 34 punti, frutto di nove vittorie, sette pareggi e sette sconfitte
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Posto I gialloblù, forti di otto risultati utili di fila, sono sesti con il diritto ai preliminari di Europa League
La programmazione «Io penso che se prendi 100 poi devi investire 80. Ma è la proprietà a decidere»