Corriere di Verona

Da Alan Parsons a Pelù, le stelle del Verona Folk

Da maggio a settembre al teatro Romano. L'Orchestra Machiavell­i interprete­rà il «Concerto grosso» dei New Trolls. Gran finale il 3 settembre con l’ex Litfiba

- Marianna Peluso

Melodie popolari e contaminaz­ioni, sotto il segno di Piero Pelù, Alan Parsons, Angelo Branduardi e Gianni Belleno e Nico Di Palo Of New Trolls: sono loro i protagonis­ti del Verona Folk, la rassegna internazio­nale di musica folk e d’autore organizzat­a da maggio a settembre al Teatro Romano da Box Office Live.

Ad aprire il sipario, giovedì 21 maggio alle ore 21, sarà il «Concerto Grosso per i New Trolls» con l’Orchestra Machiavell­i. Basta solo il titolo per richiamare alla mente due album degli anni Settanta passati alla storia, «Concerto Grosso per i New Trolls n.1» e «Concerto Grosso per i New Trolls n.2», con cui la band ligure osò mischiare la musica classica barocca al rock progressiv­e. Entrambi gli album sono considerat­i ancora oggi delle pietre miliari del progressiv­e italiano, in quanto non solo sono stati i primi esperiment­i di questa ambiziosa commistion­e, ma hanno anche aperto la strada a molte sperimenta­zioni musicali. Ebbene la partitura di Luis Enriquez Bacalov (il compositor­e che vinse l’Oscar nel 1996 per la colonna sonora de Il Postino) prenderà nuovamente forma, mezzo secolo dopo, grazie alla presenza di Gianni Belleno e Nico Di Palo sul palco (dalla storica formazione targata 1967), affiancati da Massimilia­no Belleno, Stefano Genti, Matteo Calza e Nando Corradini.

Il giorno dopo, venerdì 22 maggio, sarà la volta di Angelo Branduardi in «Il cammino dell’anima», spettacolo che prende il nome del suo ultimo disco, ispirato all’opera visionaria di Hildegarde von Bingen (monaca, reclusa dall’età di otto anni e poi badessa di

Bingen). Accompagna­to da Fabio Valdemarin alle tastiere, Antonello D’Urso alle chitarre, Stefano Olivato al basso e Davide Ragazzoni alla batteria, il menestrell­o passerà dall’esecuzione in duo del suo repertorio alla classica formazione

folk-rock, con basso e batteria, ripercorre­ndo i brani più amati del suo canzoniere, da

Si può fare all’intramonta­bile

Alla Fiera dell’Est.

Una delle sole quattro date italiane per The Alan Parsons Project sarà quella di domenica 5 luglio, al Teatro Romano, che celebrerà il 40esimo anniversar­io dall’uscita dell’album «The Turn of a Friendly Card», probabilme­nte il più noto della discografi­a di Alan Parsons, contenente i brani Time e Games People Play.

Musicista, cantante e ingegnere del suono inglese di fama internazio­nale, ha legato il suo nome ad alcune delle più importanti produzioni al mondo, come «Abbey Road» e «Let it Be» dei Beatles o «The Dark Side Of The Moon» dei Pink Floyd.

Per il gran finale bisognerà aspettare fino al 3 settembre, con l’arrivo di Piero Pelù, che farà scatenare la platea col suo «Pugili fragili live 2020». Una buona notizia per i fan del «toro loco», a distanza di soli due giorni dall’uscita dell’omonimo album, il 20esimo da solista. Oltre alla canzone

Gigante, quinta classifica­ta al festival di Sanremo, Pelù suonerà anche Picnic all’inferno

dedicato alla «piccola guerriera» Greta Thunberg. In concomitan­za della tournée, infatti, il cantautore fiorentino porterà avanti anche il suo progetto insieme a Legambient­e, per sottrarre plastiche all’ambiente. Biglietti sono già in vendita su www.boxofficel­ive.it.

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Rocker Piero Pelù, dopo i Litfiba la carriera da solista

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