Peschiera, la fake news genera panico
«Ci sono due ragazze ricoverate a Peschiera con il Coronavirus, non è ancora ufficiale ma lo diranno a breve in televisione. Nel frattempo mi hanno raccomandato di spargere la voce, diffondete». Il giorno dopo i primi casi «autoctoni» in Veneto, a Verona di «virale» c’è stata solo una cosa: un messaggio whatsapp, pronunciato da una voce femminile, che è passato da un telefonino all’altro mettendo in circolo una gigantesca «fake news». Una voce che è poi stata smentita dalla Casa di cura Pederzoli, dove ci sarebbero stati i due casi sospetti, che ha sporto denuncia per procurato all’allarme.
Come spesso accade in queste situazioni, un fondo di verità, c’era. In effetti giovedì, due donne, cittadine italiana (rumors avevano parlato di due tedesche) si erano presentate alla Pederzoli con dei sintomi influenzali e una serie di complicanze. Sono state eseguite le analisi del caso, con tanto di test microbiologico, che hanno confermato come il tutto fosse dovuto a una sindrome influenzale, escludendo il tanto temuto «Covid19». Le pazienti sono state in seguito trasferite al reparto di Malattie Infettive dell’azienda ospedaliera.
Insomma, ancora nessun caso in provincia, anche se l’attenzione resta alta: soprattutto nella Bassa, fosse solo per mere questioni organizzative. Il Mater Salutis di Legnago è l’ospedale più vicino a quello di Schiavonia Monselice, blindato dopo il decesso del primo paziente veneto, Adriano Trevisan. Nella giornata di ieri, il direttore generale della Scaligera, Pietro Girardi ha disposto dei «rinforzi» anche in vista di un aumento dell’attività di routine. È solo una delle tante decisioni arrivate a livello istituzionale. Si stanno mobilitando anche i medici: il presidente dell’ordine di Verona, Carlo Rugiu, ha chiesto agli iscritti all’albo la disponibilità per operare al servizio del Ministero della Salute: ce n’è bisogno, ad esempio, all’aeroporto Catullo.
Già prima delle misure precauzionali, ieri mattina, molte farmacie hanno esaurito non solo le mascherine (in molti casi già finite de giorni), ma anche altri prodotti come i gel igienizzanti per mani. Tra le ultime a resistere la «Centrale» di Piazza Erbe. «Abbiamo finito la scorta di mascherine oggi — spiegano i farmacisti — e non riusciamo più a reperirne». Giusto ricordare, però, che questo strumento è utile solo se si è ammalati o se si assistono persone contagiate: le farmacie veronesi, inoltre, si sono messe a distribuire anche il «decalogo» del ministero che indica i comportamenti adeguati da adottare.