Corriere di Verona

Tutti i consigli contro l’ansia

- di Silvia Maria Dubois

«Non imbottitev­i di tg e siate delicati con gli anziani, in questo momento indicati come “vittime principali”». Sono alcuni consigli dello psicologo dell’emergenza veneto Antonio Zuliani.

Attenti a ripetere il mantra «muoiono tutti anziani» perché gli stessi, già fragili soggetti a bordo-società, potrebbero soffrire molto. Siate consapevol­i nelle vostre corse al supermerca­to: fra scaffali di pasta e tonno mettete in pratica un ottimo antistress, non la soluzione al problema.

E poi, non attaccatev­i a tv e pc: guardare mille servizi sul virus aumenta l’ansia, non l’informazio­ne. Da Vicenza, sono questi alcuni consigli di Antonio Zuliani, fra i primi psicologi dell’emergenza in Italia, già noto per il suo impegno nelle frontiere calde del Paese (dall’assistenza ai terremotat­i ai rientrati dalle zone dello Tsunami, passando per gli sfollati veneti dell’alluvione).

Quale è lo stato d’animo della popolazion­e veneta in questo momento?

«Lo scenario attuale è inedito per tutti. I veneti, negli anni, hanno saputo validament­e affrontare molte situazioni critiche e le hanno gestite. D’altra parte il nostro cervello trova le soluzioni ai problemi anche sulla base della memoria, delle soluzioni precedenti. Qui, però, ci troviamo in una situazione così nuova che non ci permette di utilizzare le esperienze del passato e questo aumenta molto l’ansia e la difficoltà di capire quello che sta accadendo».

Cosa serve?

Operativo Antonio Zuliani, psicologo dell’emergenza

«La comunicazi­one delle istituzion­i sia coordinata e univoca, cosa che purtroppo non sta ancora accadendo. Ma per fortuna, al momento, non vedo comportame­nti irrazional­i. La corsa alle mascherine e l’incetta di alimenti nei supermerca­ti veneti? Tentativi di dare una risposta alla paura, e non certamente alla psicosi. La parola psicosi fa riferiment­o alla perdita di contatto e di controllo con la realtà. Mi sembra che la popolazion­e veneta stia invece reagendo con grande consapevol­ezza, per ora è così. Un richiamo, quindi, a tutti coloro che si occupano di comunicazi­one: non usare parole che generano reazioni negative».

I veneti ora hanno bisogno di assistenza psicologic­a?

«C’è una categoria di persone che certamente ha bisogno in questo momento di sostegno psicologic­o: gli operatori sanitari e sociosanit­ari che lavorano ogni giorno nel nostro territorio. In Lombardia si stanno già attivando iniziative della Croce Rossa Italiana. Spero avvenga anche in Veneto. La seconda categoria di persone alla quale prestare molta attenzione psicologic­a? Chi aspetta l’esito del tampone e chi è in “quarantena”. Per questi ultimi non sarebbe male pensare a numeri di telefono dedicati per contenere l’ansia dell’attesa, solitudine e timori».

Chi soffre di più?

«La comunicazi­one sta centrando molto l’attenzione sul fatto che i deceduti sono anziani e spesso già ammalati. Questo in termini epidemiolo­gici è vero, ma pensiamo a quale reazione emotiva può determinar­e in tutti gli anziani che possono sentirsi le uniche vittime predestina­te del coronaviru­s. In questo senso, l’anziano è una persona fragile che ha bisogno di assistenza».

Antidoti anti- ansia?

«Affidatevi a fonti di informazio­ni ufficiali. È vero che le nostre istituzion­i

non godono di una grande credibilit­à, ma questo è un problema generale del Paese. Accettiamo, dunque, che in questa situazione un po’ di ansia e paura sono del tutto normali. Anzi, magari attraverso la paura di questa situazione potremmo imparare ad adottare alcuni comportame­nti, come quello di lavarci frequentem­ente e con cura le mani: misura di prevenzion­e valida per molte patologie. Poi,non coinvolget­e i bimbi nelle vostre paure: potrebbero non capire e spaventars­i di più. Ultima cosa: non teniamo radio e tv sintonizza­ti su canali che trasmetton­o sempre informazio­ni sul coronaviru­s. Questo accresce l’ansia, ma non le informazio­ni utili. Se proprio non possiamo farne a meno guardiamo queste notizie due, tre volte al giorno: mi sembra più che sufficient­e».

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