Crescita nel solco tracciato da don Vincenzi
È stato una delle «vittime illustri» del Coronavirus: l’evento avrebbe dovuto tenersi domani in Gran Guardia, primo di una serie per mettere in pratica quella «Carta dei valori» firmata al termine del Festival della dottrina sociale. In un certo modo, l’eredità di monsignor Adriano Vincenzi, scomparso il 13 febbraio, fondatore dell’iniziativa che, quel documento l’aveva sponsorizzato a fine novembre, quando la sua salute era già molto fragile. Ma i firmatari, a cominciare dal mondo politico (il sindaco Federico Sboarina è stato in prima fila) seguito da quello dei sindacati e delle associazioni di categoria, intendono andare avanti. La carta impegnava i sottoscrittori a impegnarsi su diversi fronti, dallo «sviluppo della conoscenza» alla «crescita e sviluppo del territorio nel rispetto dell’ambiente». Il tutto, facendo squadra e superando «la rivalità tra fazioni». La promessa è stata rinnovata ieri dal primo cittadino: «Sono orgoglioso – ha detto – del percorso intrapreso». Quanto al da farsi, Sboarina è partito dalle infrastrutture, ricordando «i cantieri del filobus, i progetti legati al potenziamento del Quadrante Europa e dell’Aeroporto, la rigenerazione urbana, con la riqualificazione dell’Arsenale, il Central Park allo scalo merci e alle nuove opere urbanistiche come Adige Docks e l’ex manifattura tabacchi». Ma c’è anche il fronte della cultura, a partire dalla sfida per la Capitale della Cultura e Dante 700. A parlarne anche Paolo Bedoni, presidente di Cattolica Assicurazioni (la cui
Fondazione è uno dei principali sponsor dell’iniziativa) e don Davide Vicentini, ora alla guida della Fondazione Toniolo. «Daremo il via a un percorso che affronterà diversi temi – ha detto Bedoni - partendo dal bene della nostra città. La comunità ha bisogno che tutte le persone si sentano protagoniste del sua sviluppo e della sua crescita».
Per don Vicentini non si tratterà «di un semplice tavolo di lavoro, ma di qualcosa di strutturato in grado di dare risposte». Il primo incontro avrebbe dovuto «fare il punto» sulla città, partendo da demografia e opportunità di Verona. Cominciando da un dato: quei 28,7 miliardi di euro che costituiscono il valore aggiunto del territorio, considerando la ricchezza del tessuto produttivo e il turismo, in crescita, fino ad almeno la settimana scorsa. Poi il blocco per rischio contagi. «Dovremo dare una mano al settore» ha affermato Sboarina.