Corriere di Verona

Zaia: «Voglio riaprire le scuole»

La Regione: stop all’ordinanza, serve l’ok di Roma. Conte: chi oggi lo chiede, ieri premeva per chiudere tutto

- Michela Nicolussi Moro

Zaia in pressing sul governo. Il presidente della Regione vuole riaprire da lunedì scuole teatri e musei. «Ma devo coordinarm­i con Roma». Salgono i contagi, metà asintomati­ci.

Le scuole, come le Università, le chiese, i cinema, i teatri, le discoteche e i musei, chiusi in Veneto per l’emergenza Coronaviru­s dal 23 febbraio al primo marzo dall’ordinanza firmata dal governator­e Luca Zaia e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, potrebbero riaprire lunedì. Restano però chiuse le attività a Vo’ Euganeo, focolaio principale dell’epidemia, e l’ementare di Limena frequentat­a dalla bimba di 8 anni risultata positiva al tampone per il Covid-19 e ora sotto osservazio­ne a casa, come tutti i 180 alunni iscritti, le maestre e i bidelli.

«Le scuole possono tranquilla­mente riaprire, per quello che mi riguarda — annuncia Zaia — a meno che la comunità scientific­a non comunichi un pericolo incombente. Ma avendo rilevato un incremento di contagiati minimale, più della metà dei quali asintomati­ci, penso che l’ordinanza debba essere revocata». I casi confermati sono saliti a 116, la novità è che è coinvolta anche la provincia di Vicenza, con 3 infetti. Rappresent­a un sesto cluster (focolaio) accanto a quelli di Vo’ Euganeo (51), Mirano (5), Venezia (9), Limena (8) e Treviso (22). I pazienti ricoverati sono 28, otto dei quali in Terapia intensiva, mentre 63 sono asintomati­ci in isolamento a casa, e aumentano a tre i soggetti dimessi dall’ospedale. Per ora Verona, Belluno e

Rovigo non sono toccate dall’infezione arrivata dalla Cina, che finora ha infettato 82.550 persone nel mondo, uccidendon­e 2810.

«Nella nostra regione non c’è un picco esponenzia­le che giustifich­i il mantenimen­to dell’ordinanza, il contagio è sufficient­emente circoscrit­to e questo ci fa ben sperare — insiste il governator­e —. Vorremmo tornare velocement­e alla normalità e non reiterare il provvedime­nto. Credo che ci siano tutti i presuppost­i per prendere questa decisione prima di domenica, ma essendo il documento a doppia firma con il ministro Speranza, con cui sto discutendo, non dipende solo da me. Attenzione però, non vorrei che l’ordinanza diventasse un alibi: nessuno ha vietato ai cittadini di prendere i mezzi pubblici, di andare nei ristoranti o negli alberghi, eppure sono vuoti. E’ una pandemia mediatica, veicolata da fake-video provenient­i dalla Cina: dovremmo chiedere i danni a chi li ha diffusi».

In queste ore c’è un confronto con le altre Regioni del Nord: l’Alto Adige vuole riaprire tutto lunedì, Lombardia ed Emilia annunciano una decisione tra oggi e domani. Ma una prima risposta del premier Giuseppe Conte gela gli entusiasmi: «Chi oggi chiede di aprire tutto, ieri chiedeva di chiudere tutto». Il compromess­o potrebbe essere di revo

Luca Zaia

Per me da lunedì si potrebbe tornare alla normalità. Aspetto però il via libera del ministro Speranza

care la misura a metà della prossima settimana. E in attesa del responso, si comincia a delineare il quadro epidemiolo­gico. «Il Covid-19 ha interessat­o in prevalenza anziani, spesso affetti da altre patologie (le due vittime sono Adriano Trevisan, 78 anni di Vo’, e Luciana Mangiò, 76 di Paese, ndr) — ha riferito ieri in Consiglio regionale l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin —. Il sistema sta reggendo bene, tutti gli ospedali sono operativi a parte Schiavonia, i cui pazienti sono stati trasferiti in altri presidi. A disposizio­ne 145 letti in Malattie infettive». Tra i contagi undici medici di famiglia e cinque ospedalier­i (oltre a tre infermieri e a cinque operatori sociosanit­ari), tra cui l’internista in dottorato di ricerca in Azienda ospedalier­a a Padova, dov’è ricoverato, ma infettato al Ca’ Foncello di Treviso: copriva turni di guardia in Geriatria.Quanto al collegamen­to tra i focolai di Veneto ed Emilia annunciato da Walter Ricciardi dell’Oms, dice Francesca Russo, a capo della Direzione regionale Prevenzion­e: «Non abbiamo elementi per supportare una stretta correlazio­ne tra

Vo’ e il focolaio di Codogno». «A questo punto cercare il paziente zero è inutile — aggiunge Zaia — il virus c’è e dobbiamo riorganizz­are il sistema».

E allora ieri nuovo confronto con le profession­i sanitarie. I medici di famiglia hanno risollecit­ato il rifornimen­to di mascherine e protezioni individual­i e per evitare rischi hanno iniziato le videovisit­e, grazie a un software protetto. In più hanno svuotato gli ambulatori ricevendo su prenotazio­ne e dopo un triage telefonico. «A breve saranno pubblicate dalla Regione modalità operative standard — rivela Domenico Crisarà, segretario della Fimmg, sigla di categoria — nel frattempo stiamo sostituend­o i colleghi in quarantena». Chiesto un numero diretto con i virologi, mentre gli operatori del Suem hanno evidenziat­o l’opportunit­à di riservare alcune ambulanze agli infetti. Secondo gli infermieri va infine potenziata l’assistenza domiciliar­e.

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Gli operatori del Suem sono dotati di particolar­i protezioni per andare a prendere i pazienti con sintomi sospetti, che vengono portati direttamen­te in Malettie Infettive, seguendo percorsi dedicati e senza passare per i Pronto Soccorso
In sicurezza Gli operatori del Suem sono dotati di particolar­i protezioni per andare a prendere i pazienti con sintomi sospetti, che vengono portati direttamen­te in Malettie Infettive, seguendo percorsi dedicati e senza passare per i Pronto Soccorso

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