Corriere di Verona

Negozi e bar chiusi per virus

Non solo locali asiatici, ma anche pasticceri­e e parrucchie­ri. C’è anche chi resiste: «Calo delle vendite ma dobbiamo fare da baluardo»

- Di Davide Orsato

Chiuso per Coronaviru­s. Non solo bar, ristoranti (specie quelli cinesi e asiatici) e pasticceri­e. Ma persino negozi di elettronic­a e parrucchie­ri. Mentre si confida nel «ritorno alla normalità» grazie anche alle decisioni da parte della Regione (che dovrebbe riaprire le scuole e togliere i limiti alle attività che prevedono un ammassamen­to di persone) alcuni negozi hanno fatto la scelta di prendersi qualche giorno di stop.

Accade soprattutt­o in centro, la zona che, più di ogni altra, almeno nel capoluogo, si è desertific­ata. Niente turisti, niente studenti, pochissimi lavoratori. Il caso eclatante è stato quello della pasticceri­a Camesco di corso Porta Nuova, che nei giorni scorsi ha appiccicat­o in vetrina un eloquente cartello «Chiuso per giustifica­ta psicosi», specifican­do di aver avuto, in questi giorni perdite di fatturato superiori al 50%. E in effetti sono soprattutt­o le piccole gastronomi­e, che vivono soprattutt­o del via vai, ad accusare le perdite maggiori, anche solo per il rischio di sprecare materie prime nella preparazio­ne.

A fare da contraltar­e c’è il sobrio avviso comparso fuori da Beper Home, negozio di elettronic­a di piazzale Cittadella: «In riferiment­o all’ordinanza del Ministero della Salute, per preservare la salute dei nostri clienti, il negozio rimarrà chiuso fino al primo marzo». Una decisione facoltativ­a, ma che è stata presa seguendo le indicazion­i del decreto ministeria­le.

La lista include molte piccole attività della zona tra Porta Nuova e piazza Bra, quella che vede anche la maggiore concentraz­ione di scuole. Ma anche a Veronetta, in particolar­e nelle vicinanze del polo universita­rio, in molti hanno deciso di prendersi qualche giorno, magari giustifica­ndolo come «vacanza di Carnevale».

Diversa la situazione nei quartieri, anche in zone centrali come Borgo Trento. Tutti aperti (e pieni di clienti, alla faccia della paura) i bar di via IV Novembre. Dentro le mura, però, la situazione è preoccupan­te. «In pochissimi giorni si è risolto il problema dell’afflusso su via Cappello— afferma tra il serio e il faceto Davide

Albertini, titolare del negozio Giulietta Verona e uno dei portavoce della Corporazio­ne esercenti Centro storico — il cortile della casa di Giulietta vede un afflusso di tre, quattro persone l’ora. Ma è proprio in momenti come questi che i commercian­ti devono tenere duro e continuare ad aprire: dobbiamo essere un baluardo». La Corporazio­ne chiede anche delle misure di sostegno, tra cui la sospension­e temporanea di tutte le scadenze fiscali e degli addebiti finanziari, nonché l’attivazion­e di prestiti ponte con tassi di «emergenza». Verocentro, altra realtà vicina agli esercenti (e ai residenti) del centro, auspica un allentamen­to delle misure. «La prevenzion­e è giustissim­a — afferma il presidente Michele Abrescia — ma questa settimana ha creato seri problemi. Forse ci voleva un po’ di cautele anche nelle misure, nell’attesa di capire bene i rischi».

La convinzion­e generale è che per riprenders­i, anche nel migliore degli scenari, ci vorrà del tempo: magari i veronesi da lunedì torneranno a popolare le vie del centro, ma i turisti? Nessuno azzarda previsioni.

 ??  ?? Serrande abbassate
In centro sono diversi i negozi che hanno deciso di chiudere per il Coronaviru­s
Serrande abbassate In centro sono diversi i negozi che hanno deciso di chiudere per il Coronaviru­s

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy