Turismo in ginocchio «Pronto un decreto»
Pronta una lunga serie di provvedimenti per i Comuni chiusi dal cordone sanitario ma Baretta promette interventi del governo in molti altri settori
Le stime del Ciset: clientela straniera dimezzata tra marzo e maggio Oggi primo Cdm
Un po’ come dopo Vaia. Un po’ come all’indomani dell’«acqua granda». A Nordest pare essere bastata meno di una settimana di emergenza coronavirus per aver voglia di normalità, per dichiarare che le scuole vanno riaperte ma, soprattutto, che l’economia è il paziente da accudire con maggior cura. Lo dice il governatore Luca Zaia: «Il vero tema è l’economia. Lo vediamo sul turismo, le imprese venete sono in ginocchio. È quasi superfluo dire che ci vuole un intervento straordinario del governo, una mega campagna di prevenzione per riposizionare la nostra offerta turistica a livello internazionale». Si moltiplicano i vertici, lunedì quello dell’assessore alle Attività produttive Roberto Marcato con le categorie. Dai banchi del parlamento occupati da veneti si levano alte grida, dall’azzurra Roberta Toffanin alla senatrice 5s Barbara Guidolin, rispettivamente per protestare e per rivendicare le prime misure per l’economia colpita al cuore. Ma il nodo resta il superamento delle zone rosse, che per il Veneto si riduce al minuscolo Vo’ Euganeo mentre è l’intera regione che chiede aiuto. Zaia insiste: «Dovrebbero fare un decreto per stanziare fondi qui, la terra del pil, che ha 600mila imprese per 150 miliardi di Pil all’anno, se non gira e si va in recessione, l’Italia fallisce».
Lo ribadisce l’unico ministro che il Veneto vanta a Roma, Federico D’Incà: «Sulle zone rosse il Mise ha potenziato il Fondo di garanzia per le
Pmi a 750 milioni. Ci sarà un ulteriore decreto che coinvolgerà le imprese che hanno subìto ripercussioni».Ergo provvedimenti oltre la zona rossa. L’ordine di scuderia, nell’esecutivo, è chiaro: evitare di andare in ordine sparso e rispondere con rapidità visto che non si contano più le stime dei danni ai diversi comparti economici colpiti. L’ultima, quella sul dissanguamento del turismo elaborata ieri dal Ciset, Centro internazionale di studi sull’economia turistica, pesa non poco. Sulla base dei dati di Banca d’Italia,nelle 5 regioni coinvolte (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e FriuliVenezia Giulia) è plausibile che nel periodo fra marzo e maggio la contrazione degli introiti dai turisti stranieri arrivi a 2,5 miliardi, -50%. E il conto del Veneto prima regione turistica d’Italia sarà inevitabilmente il più salato. Anche se è possibile che il minor movimento di italiani all’estero possa in parte compensare le perdite in termini di bilancia turistica con viaggi in Italia.
Ad annunciare il decreto (ma qualcuno lo chiama già «decretone») previsto per oggi in consiglio dei ministri, è Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Mef, quel ministero all’Economia e Finanze che in queste ore è il centro frenetico di consultazioni ministeriali intrecciate. «Quando è esplosa l’emergenza, la preoccupazione è stata grandissima spiega Baretta - soprattutto al Mef dove si ragiona sempre su dati precisi ma qui non c’erano precedenti, neppure un epicentro da cui partire come in un terremoto. Ma l’esempio più vicino era proprio questo. Quindi si è iniziato a ragionare sulle zone rosse. Ora, è evidente a tutti, soprattutto in Veneto, che il tema va ben oltre Vo’ Euganeo. Si stanno prendendo decisioni non facili sul piano economico ma improntate alla massima razionalità. Andiamo per priorità. Prima le zone rosse ma, subito dopo, il turismo che, soprattutto per