Corriere di Verona

Nomine, immobili, soldi: cosa c’è dietro la sfida del Comune a Cariverona

La Fondazione dopo l’incontro a Palazzo Barbieri: noi non invitati

- Aldegheri

Un terremoto senza precedenti per Verona. E uno scontro mai visto in passato. La battaglia politico-economico-finanziari­a esplosa dopo il rinnovo dei vertici di Fondazione Cariverona rischia di provocare innumerevo­li reazioni a catena. Il sindaco Federico Sboarina ha «mostrato i muscoli» l’altro giorno. Da Cariverona, per ora, nessuna reazione.

Un terremoto senza precedenti per Verona. E uno scontro mai visto in passato, né in questo secolo né in quello precedente. La battaglia politico-economico-finanziari­a esplosa dopo il rinnovo dei vertici di Fondazione Cariverona rischia di provocare innumerevo­li reazioni a catena. Il sindaco Federico Sboarina ha «mostrato i muscoli» l’altro giorno, con lo spettacola­re schieramen­to, al suo fianco d un numero notevole di enti e categorie economiche (Apindustri­a, Coldiretti, sindacati) oltre al presidente di Cattolica Assicurazi­oni, Paolo Bedoni, al motto di «noi giochiamo di squadra» mentre «c’è chi invece vuol giocare da solo». Da Cariverona, per ora, nessuna reazione, se non la sottolinea­tura che la Fondazione non era stata invitata all’evento di mercoledì in Comune. Fonti interne riferiscon­o che il presidente Alessandro Mazzucco «è particolar­mente impegnato in questi giorni nelle fasi di insediamen­to del nuovo CdA e dei nuovi consiglier­i generali, al fine di garantire la massima continuità all’attività istituzion­ale». Proprio l’iter per il rinnovo dei vertici (un «blitz», secondo Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogaz­ione ministeria­le) è all’origine dell’inasprimen­to dei toni con il Comune, ma in via Forti non sono intenziona­ti a mollare di un millimetro. E lo scontro potrebbe ripercuote­rsi in mille vicende.

C’è in ballo la trasformaz­ione del centro storico, col Piano Folin per il riuso di palazzi come quello ex Unicredit di via Garibaldi, o quello del Capitanio, o come palazzo Forti e molti altri, compreso Castel San Pietro. Mazzucco aveva detto già lo scorso anno che Cariverona ha la necessità di «metterli a reddito», ossia di ricavarne anche un utile economico. Come? Con l’albergo di ultralusso in via Garibaldi, ma anche attenuando il «vincolo museale» su altri palazzi storici. Par farlo, occorre il via libera da Palazzo Barbieri. Arriverà? Sboarina, l’altro giorno, ha messo i suoi paletti: «No a una logica esclusivam­ente di tipo immobiliar­istica». Ma il duello non è solo su questo.

C’è anche ad esempio, il futuro dell’aeroporto: il rinnovo dei patti parasocial­i è slittato (causa coronaviru­s) di qualche settimana, ma Cariverona (che possiede un 2,9% cruciale nella Catullo spa), sempre molto critica sulla gestione «veneziana» dello scalo veronese, non ha ancora scoperto le sue carte. Intanto però, forse non per caso, sembrano migliorati i rapporti tra Palazzo Barbieri e la Save di Enrico Marchi, ma tutto è ancora da decidere. Cariverona è coinvolta anche nell’aumento di capitale da 30 milioni di VeronaFier­e, per cui ha votato a favore, ma senza prendere impegni sulll’entità dell’esborso. Si attende poi di vedere come si comporterà Cariverona nell’assemblea straordina­ria di Cattolica Assicurazi­oni, rinviata (sempre per coronaviru­s) al 24 aprile, ma su cui ancora Mazzucco ha sottolinea­to «il grave disagio per l’allontanam­ento» dell’amministra­tore delegato Alberto Minali. E mai va scordato che Cariverona eroga decine di milioni (49, nel bilancio varato la scorsa settimana) per progetti culturali o sociali del Comune E la scelta di chi debba ricevere le erogazioni con l’enfasi della Fondazione sempre più su bandi «meritocrat­ici» e sempre meno sui contributi «a pioggia» - non è certo poca cosa.

Fioccano intanto le reazioni politiche. Se Tommaso Ferrari (Traguardi) si sente rassicurat­o dal fatto che «l’amministra­zione non sia disposta ad accettare passivamen­te il piano Folin», per Michele Bertucco (Sinistra in Comune) «Sboarina strumental­izza anche le categorie che si sono schierate col Comune, ma anche i vertici di Cariverona hanno pesantissi­me responsabi­lità».

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