Numero di tamponi e risultati, tensione con Roma
Polemica Iss-Regione. Crisanti: «Qui quantità di test unica per studiare la diffusione del virus»
Rispetto all’emergenza coronavirus, il Veneto avrebbe due «colpe»: aver fatto troppi tamponi, coinvolgendo anche le persone asintomatiche al contrario di quanto suggerito dale linee-guida dell’Oms, e aver anticipato il risultato dei test positivi, sovrastimando i casi confermati dall’Istituto superiore di sanità.
La doppia accusa, contenuta in un’intervista al Corriere della Sera, è arrivata ieri dall’igienista Walter Ricciardi, neoconsigliere del ministro Roberto Speranza per le relazioni dell’Italia con gli organismi sanitari internazionali. E la replica del governatore Luca Zaia non si è fatta attendere: per quanto riguarda il presunto eccesso di tamponi, ieri il governatore ha precisato: «Quando c’è stata la prima notizia su Vo’ e sembrava che fosse solo un focolaio, si è deciso di dare la possibilità ai cittadini preoccupati di fare i tamponi. Se questa è una colpa, abbiamo la colpa di avere detto che si voleva estendere il test ai residenti di una piccola comunità. Ma noi non abbiamo mai fatto i tamponi a tutti quelli che si presentano, abbiamo seguito le linee guida dell’Oms».
Per quanto riguarda il numero dei casi positivi, invece,
Zaia ha assicurato: «Non c’è stata alcuna sovrastima, sono stati tutti validati dall’Iss».
Ieri inoltre la Regione ha quantificato in «oltre 6.800» i tamponi eseguiti dall’inizio dell’emergenza (6.065 a Padova, 233 a Venezia, 85 a Verona e 44 a Treviso, oltre a quelli «in corso di refertazione») e ha diffuso uno schema basato proprio sulle precisazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza, che spiega quando va eseguito il tampone su chi ha avuto contatti con i casi confermati. In sintesi: se il contatto è asintomatico basta la quarantena, senza tampone, se la sintomatologia è grave o anche solo lieve scatta il tampone.
In tutto ciò, bisogna ricordare che a metà febbraio l’Università di Padova aveva proposto alla Regione di estendere i tamponi alle persone asintomatiche, ricevendo un secco «no» dal dg della Sanità veneta, Domenico Mantoan. Ieri il professor Andrea Crisanti, il docente di Microbiologia e Virologia che aveva avanzato l’ipotesi, è tornato sulla polemica per ridimensionarla: «Mantoan ci ha solo ricordato che la nostra proposta non era in linea con le direttive nazionali. Per il resto, la collaborazione è stata totale: la Regione ci ha dato risorse in termini di materiale, personale e accesso ai reagenti. Come hanno funzionato le direttive nazionali, invece, è sotto gli occhi di tutti». Crisanti ieri è intervenuto anche per «sfatare il luogo comune che l’Italia ha fatto troppi test: fino a 5 giorni fa ne avevamo fatti solo cento, perché ci eravamo attenuti alle direttive di Regione e ministero». «Quello in nostro possesso è forse il più grande campione al mondo per verificare qual sia il tasso di riduzione dell’infezione — ha aggiunto — e per capire come l’infezione si trasmetta all’interno di un nucleo familiare e attraverso i contatti». Il responsabile del laboratorio di Microbiologia di Padova, centro per l’esame dei campioni in Veneto, ha ribadito: «L’obiettivo non è convivere col virus ma eliminarlo, quindi dobbiamo investire in prevenzione e controllo. L’eliminazione si raggiunge solo con la quarantena e il contenimento dei casi». Le previsioni
Tamponi
Sono quasi settemila quelli effettuati nei cluster veneti: «I casi positivi tutti validati»
non sono incoraggianti: «Oggi stiamo vedendo quello che è successo tra 7 e 10 giorni fa, intanto i contatti tra le persone si sono moltiplicati e quindi c’è da aspettarsi un aumento dei casi. Non perché l’infezione è fuori controllo ma perché stiamo ancora accumulando casi del passato. Gli effetti delle misure li vedremo tra 7-10 giorni; se a quel punto i contagi non diminuiranno, le autorità nazionali dovranno modificare qualcosa».
L’Università di Padova non si limita ad analizzare i tamponi: Stefano Merigliano, presidente della scuola di Medicina, annuncia che i ricercatori stanno studiando «un modello matematico per capire chi è il potenziale contagiato positivo prima che venga alla luce».