«Esci dal bar, sei infetto» Giovane aggredito finisce all’ospedale di Bassano
È un bassanese di 22 anni, noto alle forze dell’ordine, il responsabile del ferimento di un giovane di origini cinesi, aggredito lo scorso lunedì all’interno del bar Panic Street, in una stazione di servizio di via Valsugana, a Cassola.
La vittima, un 26enne residente a Bassano, è stato ferito alla testa da un avventore del locale, dopo che la barista, una trentenne, l’aveva invitato, a suo dire, ad uscire perché ritenuto infetto da coronavirus. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Bassano hanno permesso di risalire al 22enne, V.M., denunciato per lesioni personali.
Lunedì, Qian Zhang, che assieme alla moglie gestisce un bar in località Marchesane, a Bassano, è entrato nel locale di Cassola per chiedere di poter cambiare una banconota per fare benzina. Nemmeno il tempo di varcare la porta e sarebbe stato insultato con frasi del tipo «Sei cinese, hai il coronavirus, vattene». Pochi istanti dopo, il 22enne bassanese, che sedeva ad uno dei tavolini del bar, si è alzato e ha colpito il cinese con un oggetto contundente (non è chiaro se un bicchiere o una bottiglia), ferendolo alla testa. A bloccare la furia del giovane bassanese sono stati gli altri clienti del locale che l’hanno allontanato da Zhang, mentre quest’ultimo chiedeva aiuto al 112. Prima ancora che i carabinieri potessero arrivare sul posto, l’aggressore, raggiunto da un auto, si è dato alla fuga.
Il 26enne cinese, invece, veniva accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale «San Bassiano» dove restava in osservazione per essere dimesso il giorno dopo con una prognosi di guarigione di alcuni giorni.«Non avrei mai pensato che potesse accadermi una cosa simile - ha commentato Qian Zhang - abito in Italia da tempo e mi sento italiano. I miei migliori amici sono italiani e lavoro tutto il giorno tra la gente di questo territorio senza aver mai dovuto affrontare discriminazioni. L’essere cinese non significa necessariamente essere malato e non avrei mai pensato che la gente potesse essere tanto cattiva. Farò davvero fatica a dimenticare quanto accaduto».
Una vicenda, quella avvenuta a Cassola, sulla quale i carabinieri stanno ancora indagando.
La barista trentenne, accusata di aver pronunciato le frasi discriminatorie contro il cinese, ha negato. Una versione sostenuta, al momento, anche da un testimone. Resta il fatto che l’episodio ha sollevato da più parti indignazione, ad iniziare dal sindaco di Cassola, Aldo Maroso, che ha parlato di «un episodio gravissimo».
«Non ci sono parole per esprimere lo sdegno e, direi di più, la vergogna per il solo fatto che una cosa del genere sia potuta accadere, tanto più a Cassola, la comunità che rappresento - ha dichiarato il primo cittadino - Non so se quanto successo sia anche conseguenza della psicosi collettiva creatasi con il Coronavirus, ma nulla può giustificare un atto del genere, se non l’imbecillità, l’inciviltà e l’ignoranza».