«Senza i tifosi il rischio è non avere tensione»
Pellissier e il Chievo a porte chiuse: «Per noi con il Livorno è una gara fondamentale»
Il coronavirus fa sì che la sua nuova sliding-door il Chievo se la giochi senza pubblico, domani al Bentegodi col Livorno, e il dt Sergio Pellissier è uno di quelli che vissero Chievo-Inter del febbraio 2007 cioè l’ultima volta dei gialloblù a porte chiuse.
Pellissier, cosa comporta giocare senza il pubblico sugli spalti dal punto di vista psicologico?
«Dipende da quale lato la si guarda: a chi è in casa manca il 12° uomo, ad esempio. Il difficile sta nel fatto che potrebbe sembrarti più un’amichevole che una partita importante. Devi essere bravo a stare sul pezzo».
In pratica viene a mancare dell’adrenalina, giusto?
«In una partita normale senti di avere gli occhi fissi su di te e questo, sì, ti dà adrenalina. Quindi il rischio di un calo può esserci. Ecco perché va mantenuta alta la concentrazione».
E poi a porte chiuse si sente tutto…
«Già. Specie le urla, penso al “mia” del portiere. Le cose che di solito finiscono in sottofondo, a porte chiuse possono disturbare l’arbitro, i giocatori, gli allenatori».
Lei ha detto che sarebbe stato più giusto giocare a porte chiuse l’intero 26esimo turno di B, non solo Chievo-Livorno, Cittadella-Cremonese, Venezia-Cosenza ed Entella-Crotone.
«Più che altro perché le condizioni di partenza non saranno le stesse. Ma magari non cambierà più di tanto. Di certo mi spiace per i tifosi che non vedranno la partita dal vivo».
Perché col Livorno è una partita importante?
«Primo: in casa, da qui alla fine, dobbiamo provare a vincerle tutte se vogliamo rientrare nella corsa per la promozione diretta. Secondo: più volte non abbiamo fatto il salto di qualità nei risultati. Terzo: le partite in cui non abbiamo fatto il salto le abbiamo sempre sbagliate contro le piccole».
Ecco: non avete mai vinto tre gare di fila e venite dalle vittorie su Salernitana e Pordenone. Questa è la nuova occasione.
«In questo senso col Livorno è decisiva. Abbiamo ritrovato voglia, entusiasmo, sicurezze diverse. Ma se non facciamo risultato vanifichiamo quei due successi ottenuti nelle scorse settimane».
Ultimo in classifica, il Livorno arriva da spacciato?
«Una delle lezioni di quest’anno è non fidarsi di nessuno. Vedi Chievo-Juve Stabia, loro sembravano in chiara difficoltà, eppure l’hanno vinta e in classifica sono lì: noi settimi a 37 punti, loro a 32. Nell’ultimo turno a Salerno il Livorno meritava di più. E anche se è in fondo non sta mollando i remi in barca».