A Verona monitorati in 90, team per i tamponi a casa
Ad oggi eseguiti circa 80 test, tutti i casi segnalati come a rischio sono risultati negativi. Negli ospedali potenziati i posti letto e i reparti di terapia intensiva
È l’unica provincia veneta VERONA che «resiste» con nessun caso accertato dopo che, nelle ultime ore, anche a Belluno è stato trovata una persona positiva al nuovo Coronavirus, benché priva di sintomi. Ma dietro a quello zero tondo, c’è stato un lungo lavoro, iniziato a partire da sabato scorso, di prevenzione, controlli e «vigilanza».
È l’unica provincia veneta VERONA che «resiste» con nessun caso accertato dopo che, nelle ultime ore, anche a Belluno è stato trovata una persona positiva al nuovo Coronavirus, benché priva di sintomi. Ma dietro a quello zero tondo, c’è stato un lungo lavoro, iniziato a partire da sabato scorso, di prevenzione, controlli e «vigilanza».
Quest’ultimo termine va inteso in senso letterale: allo stato attuale ci sono, infatti, più di novanta persone in provincia, che sono monitorate in quanto potrebbero essere stati esposti al Covid 19. Una stima, fa sapere l’Usl Scaligera, fatta su criteri epidemiologici, cioè relativi alla possibilità di essere venuti a contatto con il virus.
Nella lista non c’è solo chi è transitato per le «zone rosse» in Lombardia o Veneto o che ha avuto contatti con persone risultate positive al test ma anche quanti, in particolari studenti, sono rientrati dalla Cina. Molti di loro, circa 80, sono stati sottoposti a tampone, che ha dato sempre esito negativo. «Queste persone — fa sapere il direttore generale della Scaligera, Pietro Girardi — vengono monitorate, alcune di loro due volte al giorno, per verificare non vengano sviluppati sintomi». La notizia è stata diffusa ieri pomeriggio, quando tutte le aziende sanitarie del Veneto (e, a Verona, l’azienda ospedaliera, oltre che la Scaligera) hanno fatto il punto dopo una settimana dallo scoppio dell’emergenza. A Verona, sono due le novità attese per domani: all’aeroporto Catullo arriverà il rilevatore a distanza di temperatura. Si tratta di un «termometro» ben più preciso rispetto ai sistemi già sperimentati in alcuni scali a partire da gennaio. L’altra è che l’Usl attiverà una «task force» per effettuare i tamponi a domicilio. Naturalmente, valgono i criteri enunciati dall’Organizzazione mondiale della Sanità: contatto con una persona positiva oppure sintomi che coinvolgono il sistema respiratorio.In prima linea anche gli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma. Le tende montate all’esterno del Polo Confortini non sono ancora state usate, «ma potranno venire impiegate — fa sapere Francesco Cobello, direttore generale dell’azienda ospedaliera — per garantire un percorso alternativo a chi si deve sottoporre ai test, in modo da ridurre i rischi di contagio. Quanto agli ospedali, funzionano regolarmente. Abbiamo rafforzato le terapie intensive e liberato una serie di posti letto aggiuntivi». Per quanto riguarda questo delicatissimo aspetto, la situazione negli ospedali veronesi e è ancora tranquilla: quelli pubblici (ma quelli convenzionati si sono già fatti avanti in caso di necessità) ne contano 96, 48 a Borgo Trento, 12 a Borgo Roma, 18 a Villafranca, e 8 sia a Legnago che a San Bonifacio. Altri possono venire recuperati dalle sale operatorie. Borgo Trento può contare anche sul respiratore esterno Ecmo, a disposizioni solo di poche strutture. L’appello da Usl e da Azienda ospedaliera è quello di rispettare gli appuntamenti ambulatoriali: molte le disdette negli ultimi giorni, persino per le vaccinazioni, che potrebbero portare a future «congestioni».
Un grazie agli operatori della sanità è arrivato anche dai sindaci, sia da quello del capoluogo, Federico Sboarina, sia da quello di Nogara, Flavio Pasini, che rappresenta i primi cittadini dell’Usl 9. «La sanità veneta — ha detto Sboarina — è una delle migliori del Paese quindi dobbiamo fidarci di ciò che suggeriscono i tecnici. Anch’io avrei preferito, come Zaia, la riapertura delle scuole perché, sarebbe stato un bel segnale di fiducia. Ma dobbiamo seguire le raccomandazioni della comunità scientifica».
Il sindaco La sanità veneta è una delle migliori del Paese, quindi dobbiamo fidarci dei tecnici