Serre e negozi, così gli spazi rivivono
Operazione «Vuoti a rendere», pioggia di progetti per la riqualificazione urbana
Piovono le proposte dei veronesi per riutilizzare i (molti) spazi della città che giacciono in abbandono e spesso anche in uno stato di grave degrado. L’operazione è stata non a caso denominata «vuoti a rendere» ed ha visto la presentazione di 64 nuove proposte da parte di associazioni di categoria, ordini professionali e investitori, con l’obiettivo di recuperare, trasformare e riusare altrettante aree dismesse private, sparse in quasi tutta la città.
Piovono le proposte dei veronesi per riutilizzare i (molti) spazi della città che giacciono in abbandono e spesso anche in uno stato di grave degrado. L’operazione, voluta dall’assessore all’Urbanistica, Ilaria Segala, è stata non a caso denominata «Vuoti a rendere» ed ha visto la presentazione di 64 nuove proposte da parte di associazioni di categoria, ordini professionali e investitori, con l’obiettivo di recuperare, trasformare e riusare altrettante aree dismesse private, sparse in quasi tutta la città (anche se per la maggior parte a Verona sud, dove i capannoni abbandona nella veccia Zai sono moltissimi). Tra i progetti arrivati a Palazzo Barbieri ce ne sono alcuni decisamente innovativi, come quello che prevede la creazione di una «serra termale» sull’area della storica tipografia Cortella (e prima di essa dall’ancor più storica Conceria Rossi, in lungadige Galtarossa). L’idea per questa «rigenerazione» è stata presa osservando quanto era stato realizzato nel padiglione austriaco dell’Expo di Milano. Ci sono poi proposte più tradizionali (appartamenti, uffici o negozi) ma che riguardano siti che appartengono alla storia industriale della nostra città, come quello per il recupero e riutilizzo dell’ex Sapef di Montorio, ossia della struttura dell’opificio sorto nella seconda metà dell’Ottocento. L’ipotesi è quella di riconvertire il vecchio lanificio, recuperando gli edifici di interesse storico e dotandoli di nuove funzioni di residenziale, commerciale e terziario per offrire servizi al centro abitato. Altre proposte riguardano, ad esempio, alcuni prefabbricati di Basso Acquar che oggi sono obsoleti e utilizzati come depositi, ma che nella proposta avanzata prevedono spazi destinati allo sport e alle attività legate al tempo libero, come ristoranti e servizi alla persona. Tornando poi nella zona di Lungadige Galtarossa, ma spostandoci nell’area vicina al «Coworking 311», la proposta inviata al Comune è quella di realizzare una struttura destinata ai settori direzionale, commerciale e artigianale. Per l’ex Centrale del latte, lungo strada Bresciana, l’idea è invece quella di rinnovarla e riutilizzarla come area di natura commerciale. L’assessore Segala ha sottolineato che «delle 64 proposte arrivate, la stragrande maggioranza, cioè 56, non prevede nuovo consumo di suolo, mentre 30 progetti riguardano l’area di Verona Sud». Complessivamente, le segnalazioni propongono di recuperare aree urbane dismesse pari a oltre 411 mila metri quadrati. L’amministrazione sottoporrà ciascuna delle proposte ad analisi, dopodiché, sarà proposta una variante urbanistica ad hoc, incentrata sul recupero delle aree dismesse e degli immobili da riconvertire. «Il risultato della campagna “Vuoti a rendere” – ha detto Segala – è molto positivo. Il buon numero di proposte arrivate indica grande interesse, a livello cittadino, sul tema della rigenerazione urbana e del recupero delle aree dismesse. La riqualificazione – ha aggiunto - è un tema centrale per questa amministrazione: tutti lo dicono, ma noi lo stiamo realizzando concretamente utilizzando anche strumenti innovativi che sono in grado di facilitare questo processo. Conclusa questa prima fase di raccolta, ora passiamo alle verifiche delle proposte e, per velocizzare e far partire davvero la rigenerazione urbana – ha concluso l’assessore all’Urbanistica - faremo un’unica, piccola variante urbanistica di modo che, attraverso un unico atto, saranno assegnate le destinazioni urbanistiche che riterremo congrue».