Torna a Parigi da Venezia, studentessa in isolamento
Laura: «Ordine della Sorbona, sono in quarantena»
Isolata per due settimane in 10 metri quadri perché potenzialmente contagiosa, con gli amici che le spediscono fiori, libri e alimenti. Per andare al bagno, deve indossare i guanti e la mascherina.
È la storia di Laura, veneziana di 21 anni, studentessa al terzo anno di Sociologia all’Università della Sorbona di Parigi, dove era rientrata martedì dopo aver trascorso una settimana a Venezia.
L’emergenza del coronavirus e le misure adottate in Francia per il contenimento dell’epidemia la stanno costringendo ad una quarantena nel piccolo studio in cui vive: camera e cucinino al sesto piano di un palazzo con il bagno all’esterno, in stile bohème parigina.
«Ero stata al Carnevale di Venezia e lunedì mattina sono tornata all’aeroporto di Beauvais. L’aereo era pieno di passeggeri, ma non siamo stati sottoposti a controlli», racconta. Tornata a casa, a Parigi, la studentessa riprende la quotidianità e per qualche ora fa anche la baby sitter alla bimba di una famiglia giunta da Milano.
Il giorno dopo però, per lei e per la famiglia per cui lavora, scatta l’isolamento.
«Martedì mattina scopro sul sito del governo un annuncio a caratteri cubitali dove si richiede ai cittadini tornati da paesi asiatici, dal Veneto e dalla Lombardia di rimanere nel proprio domicilio per i 14 giorni che seguono il rientro, con tutta una serie di indicazioni». Da lì a poco, alla studentessa arriva anche una comunicazione dal dipartimento universitario che la invita a non muoversi da casa. «Ho scritto al mio dipartimento per spiegare la situazione, e il direttore ha inoltrato a tutti i docenti la mia mail per informare che c’era una studentessa tornata dall’Italia e quindi potenzialmente contagiosa».
Così Laura si trova a casa, deve provarsi la temperatura due volte al giorno e uscire solo se strettamente necessario, con la mascherina, anche per raggiungere il suo bagno. «Ho parenti che vivono in Francia ma non posso vederli nemmeno con la mascherina perché hanno più di 60 anni, e rientra tra le prescrizioni». Nessuna uscita, se non indispensabile. «Il paradosso è stato chiamare martedì sera, in facetime, un gruppo di mie amiche che festeggiavano il martedì grasso nei bar di Venezia, mentre io dovevo stare in isolamento». Laura ha deciso di vivere questi giorni sola con positività, scrivendo poesie. «Sarà una storia incredibile da raccontare ai miei figli».