Pastissada e pasta e fasoi, l’omaggio a Giorgio Gioco
(m.s.) «Erano anche VERONA ricette di vita», dicono giustamente i figli Antonio e Cristina. Per la «pastissada de caval», ad esempio, Giorgio Gioco suggeriva, nella sua poesia, di «far la spesa de carote e de… morbin», dove «morbin» sta per «entusiasmo». Quell’entusiasmo «di cui oggi abbiamo bisogno», ricorda Simone Vesentini, portavoce dei ventuno Ristoranti Tipici di Verona, fetta di quel mondo della ristorazione scaligera in cui, per il Coronavirus, «c’è chi sta registrando perdite tra 50 e 80 per cento». È proprio nei menù di quei ventuno locali che, per tutto il mese di marzo, saranno fedelmente proposte due ricette di Gioco su piatti tipici locali, scritte da lui sottoforma di componimento e trasmesse dalla famiglia del grande cuoco umanista, simbolo del 12 Apostoli, morto il 23 febbraio 2019 all’età di 94 anni, al Comune e ai ristoratori. Parliamo della «pastissada de caval» e della «pasta e fasoi». Due classici che saranno cucinati seguendo la linea di Gioco per quei clienti cui poi, in regalo, «andrà una copia delle ricette stesse, scritte e firmate dal grande Giorgio». Non è solo un’iniziativa gastronomica, quella presentata ieri in Comune dai Ristoranti Tipici insieme ai ristoratori di Confcommercio, l’Associazione Cuochi Scaligeri e l’assessore al Commercio, Nicolò Zavarise. «In un momento difficile — hanno detto Antonio e Cristina — la ristorazione manda un bel messaggio perché nel nome di un collega, un cuoco visionario che ha sempre voluto bene alla città, dichiara la sua voglia di ripartire e rimettersi in gioco: questo riconoscimento è commovente». Così Leo Ramponi, presidente dei ristoratori di Confcommercio: «Giorgio è stato uno dei primi cuochi che andavano a cercare e scegliere le materie prime», con Fabio Tacchella dell’Associazione Cuochi Scaligeri che ha ricordato come: «Giorgio è sempre stato rispettoso della cucina veronese e in queste sue ricettepoesie c’è la cultura di Verona».