Corriere di Verona

«Aglio» in pista per centrare la seconda serie A

- Matteo Sorio

Più che una panchina, il Chievo gli sottopone un’idea da romanzo. Cioè provare a salire in A due volte nel giro di un anno e nella stessa città, prima una sponda poi l’altra. Con l’Hellas succedeva il 2 giugno 2019. Nove mesi dopo, Alfredo Aglietti torna a Verona per accettare la missione clivense. Un anno e mezzo di contratto, così il 49enne aretino s’è legato due giorni fa al club della Diga. Esonerato Michele Marcolini, che ha pagato il mancato decollo nei risultati (mai oltre le due vittorie di fila), certe carenze di materia prima, un gioco pian piano involutosi, i troppi infortuni e probabilme­nte l’inesperien­za personale in B. Il Chievo che Aglietti eredita è ottavo, dentro ai playoff ma di un soffio, +1 sul nono posto, mentre fuori dal campo è una società giunta al sesto allenatore nell’arco di ventiquatt­ro mesi, da Maran a D’Anna e da Ventura a Di Carlo fino a Marcolini, rumba senza precedenti. L’Aglietti cui il Chievo s’affida è ancora, nell’immaginari­o popolare, l’umile mago dell’impresa repentina con l’Hellas, un mese, il tempo di ridare a quel Verona versione-cadetta e reduce dalla gestione Grosso entusiasmo, solidità difensiva, fraseggio. Ci sarebbe rimasto a occhi chiusi all’Hellas, Aglietti, ma l’orizzonte è virato poi su Juric e da lì, per «Aglio», è iniziata l’attesa di quella chiamata che risponde ora al prefisso di via Galvani. Con due allenament­i alle spalle (domenica e ieri), la presentazi­one ufficiale in programma oggi (12.30 a Veronello) e l’esordio domani ad Ascoli (ore 18.50), Aglietti prende in mano un Chievo che, tra le altre cose, ha bisogno d’essere meno prevedibil­e, segnare più gol e limitare quelli subìti, specie sui palloni aerei. Un Chievo, fin qui, debole soprattutt­o con le «piccole», vedi i ko recenti con Livorno, Venezia, Juve Stabia, ancor prima col Trapani e il pari di Cosenza. Proprio col Livorno, sabato scorso, nella partita che doveva segnare lo scatto di maturità, Giaccherin­i e soci si sono impantanat­i finendo per cedere il passo al fanalino di coda e condannare Marcolini a un divorzio inevitabil­e. Con sé, oltre al preparator­e atletico Daniele Sorbello, Aglietti porta il vice César Vinício Cervo de Luca, ex difensore centrale, 50 presenze in quattro stagioni fra 2003 e 2009 a Veronello. Un «vecchio» volto di casa. Come in parte lo è anche Aglietti. Lui che vent’anni fa, febbraio 2000, s’immetteva sulla stessa direttrice ma da attaccante: 73 partite e 18 reti con l’Hellas e a stretto seguito la parentesi al Chievo, all’epoca in serie B, con dieci presenze e due gol. La B, da timoniere, Aglietti la frequenta dal 2010: Empoli, Novara, Ascoli, Virtus Entella, quindi il Verona e quella cavalcatap­layoff che è il miglior risultato in carriera dopo la semifinale del 2013 col Novara. In tutto, tra i cadetti, 256 panchine. Quella del Chievo è la nona, per Aglietti. Che dispone di dodici gare per allestire ciò che gli riuscì, con l’Hellas, in soli trenta giorni.

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Subentro Alfredo Aglietti ha preso il posto di Marcolini

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