Veloso, un gol all’incrocio con le parole
Sì, puoi segnare il più fragoroso dei gol con le parole. Poche, chiare, evidenti. Misurate ma ferme, educate ma senza mezzi termini. Una palla nel sette che trova poco spazio alle interpretazioni. È gol, di quelli da applausi, niente Var, niente silent check. Gol e basta. Lo ha marcato Miguel Veloso, «cervello» in campo dell’Hellas Verona, su Instagram. Si è spazientito, Veloso, per il tira-e-molla sulla partita non giocata a Marassi, con la Sampdoria. E ha chiesto, ha invocato, un minimo di chiarezza in più. «Almeno le autorità potrebbero evitare di dire una il contrario dell’altra e trattare le persone e intere società sportive come fossero giocattoli». L’emergenza coronavirus rischia di mandare in tilt il Paese ma ha di fatto già mandato in tilt il pallone. Non tutto, a dire il vero. Serie B e C le loro scelte le hanno fatte da tempo. Condivisibili o meno, ma le hanno fatte. La B gioca a porte chiuse laddove sia necessario, la C ha deciso per tre turni di stop nei gironi del nord-centro Italia. È la serie A, piuttosto, ad aver innescato nello scorso weekend un cortocircuito micidiale tra decisioni e controdecisioni che non hanno messo d’accordo (quasi) nessuno. Coinvolto pure l’Hellas, domenica a Genova dalle 17 senza una notizia certa, per poi rimettersi sul pullman in serata e rientrare. Veloso ha calciato forte e ben preciso, mandando il pallone lì dove mamma conserva la frutta esotica. E mostrando che i social non servono solo per esibire i tatuaggi. Gioco, partita, incontro.