Treviso, altri due anziani morti in Geriatria E i contagiati superano Vo’
La Marca ha il maggior numero di decessi legati al Covid-19. I positivi al test sono 93 e 24 i ricoverati (c’è anche un 47enne)
La Geriatria del Ca’ Foncello ha superato l’intero paese di Vo’ Euganeo nel numero di contagi: Treviso otto giorni fa era una provincia senza casi e adesso i positivi al Covid-19 sono 93, con tre decessi (due nelle ultime 24 ore) e 24 ricoverati in ospedale. Una crescita esponenziale e rapidissima, confinata nel reparto di una struttura sanitaria che è stato chiuso e sarà svuotato e sanificato nei prossimi tre giorni, con centinaia di tamponi effettuati a primari e dirigenti, fino ad arrivare ai vertici dell’Usl 2. Un focolaio che qualcuno, all’interno dell’azienda, non esita a definire «spaventoso».
La «zona rossa», a Treviso, è il luogo in cui le persone vanno a cercare le cure ai virus, l’ospedale: quasi un cortocircuito, una grave complicazione a una situazione che già da sé si presenta estremamente complessa. Perché quel reparto in cui vengono assistiti gli anziani, i soggetti più fragili e più esposti ai contagi, è il centro di un contagio che non si è ancora riusciti ad arginare. L’aggiornamento serale della Regione ha evidenziato nel «cluster Treviso» due decessi: una donna di 97 anni e un uomo di 83 anni, entrambi con diverse patologie. L’uomo, ex paziente della Geriatria, presentava uno scompenso cardiaco e per lo stesso motivo si era ripresentato in ospedale: il tampone è stato effettuato successivamente. La donna, anche lei ex paziente della geriatria, era ricoverata nel reparto di malattie infettive: «I due nuovi decessi sono stati registrati non per Covid-19 ma in pazienti anziani con Covid-19» spiega il direttore dell’Usl Francesco Benazzi. Un terzo paziente, che era ricoverato in terapia intensiva, è «deceduto per problematiche cardiologiche» ed è risultato positivo al Covid-19.
Sono state registrate anche 11 nuove positività (nessun altro sito sotto osservazione ne ha avute così tante) rispetto alle 83 del giorno prima: si tratta di 4 pazienti ricoverati nel reparto di Malattie infettive, 6 persone anziane con problemi di salute collocate in isolamento territoriale nei centri servizi e una persona in isolamento domiciliare. Nell’unità di terapia intensiva è ancora ricoverato un paziente di 47 anni, le cui condizioni vengono definite «discrete» dai medici del Ca’ Foncello. Tutti i casi vengono ricondotti al reparto di Geriatria, non solo gli ultimi di ieri. Proprio a Geriatria, nelle sale destinate agli anziani, la fascia più debole della popolazione e più esposta ai virus, aveva fatto tre turni anche il medico ricoverato a Padova e dimesso ieri che prima era stato a Schiavonia, l’ospedale focolaio del Padovano. Ed era ricoverata in Geriatria la prima vittima del coronavirus nella Marca, Luciana Mangiò, 76enne ex insegnante che era arrivata in ospedale il 7 febbraio con problemi cardiaci (e una situazione clinica compromessa da altre patologie) ma senza sintomi influenzali; era stata trasferita in Geriatria, come da protocollo, ed era morta il 25 febbraio, ma il virus probabilmente si trovava in quegli spazi già dalla seconda di gennaio. Sono bastati pochi successivi tamponi per capire che il centro del contagio era quello: operatori, pazienti, ex pazienti rientrati per la presenza di sintomi più o meno gravi e loro contatti stretti sono in isolamento, molti in assenza di sintomi, ma con positività che necessitano di essere tenute sotto controllo. Uno solo degli 11 casi non sarebbe collegato alla Geriatria: «Stiamo facendo approfondimenti, ma potrebbe avere avuto dei contatti con Vo’ nei giorni precedenti» dice Benazzi. L’Usl 2 effettua circa cinquanta tamponi al giorno, il raggio di indagine si è già allargato ad altri reparti fino ad arrivare agli alti dirigenti dell’azienda sanitaria. I test sugli operatori sanitari (medici, infermieri e oss) che hanno prestato servizio sia in Geriatria che in altri reparti sono in corso: per quanto riguarda la Medicina non ci sono stati riscontri di positività al virus; ieri sono stati eseguiti altri tamponi all’otorinolaringoiatria, reparto in cui era transitato uno dei pazienti con Covid-19 e gli esiti arriveranno oggi. La tensione, intanto, aumenta ora dopo ora. È una lotta contro il tempo per chiudere quella porta da cui ormai escono numeri sempre più grandi e sempre più preoccupanti.
Questi ultimi sono morti col coronavirus ma non possiamo dire a causa del coronavirus
Un terzo è deceduto certamente per problemi cardiologici anche se era contagiato