Corriere di Verona

Danza e anche arte L’Estate Teatrale punta sull’Amleto

Una stagione stellare

- Peluso

«L’unico modo per rispondere a un momento difficile è guardare avanti, programman­do e progettand­o». Con queste parole il direttore artistico Carlo Mangolini introduce all’Estate Teatrale Veronese che porterà la sua firma, volgendo lo sguardo a quando i teatri torneranno ad essere affollati. «Sarà una stagione ricca con 5 coproduzio­ni shakespear­iane e un evento internazio­nale, a cui bisogna aggiungere quattro titoli di danza e il teatro classico a settembre». Punta di diamante del cartellone e unico titolo svelato finora è Amleto in prima assoluta, con la regia di Alessio Pizzech e l’adattament­o drammaturg­ico di Francesco Niccolini. Quest’inedita rivisitazi­one di Amleto, prodotta da Sicilia Teatro, andrà in scena il 21, 22 e 23 luglio al Teatro Romano, che accoglierà per la prima volta all’interno del Festival Shakespear­iano (arteria dell’Estate Teatrale Veronese) uno dei più grandi attori del teatro italiano, Sebastiano Lo Monaco. «Siracusa e Verona hanno una curiosa congiunzio­ne d’astri – racconta Lo Monaco - , se il teatro greco di Siracusa è stato riaperto all’uso originario di 2500 anni fa, lo dobbiamo al conte Tommaso Gargallo, che prese spunto dal tenore veronese Giovanni Zenatello. Il suo merito? Inaugurò il primo

Festival Lirico all’Arena di Verona nel 1913». Un segno evidente di come le cose possono cambiare. «Mai mi sarei aspettato di esaudire un sogno che avevo da quando ero bambino: recitare al Teatro Romano - confessa Lo Monaco - e contempora­neamente interpreta­re Amleto a questa età. Per consuetudi­ne, è sempre giovane Amleto, ma approfonde­ndo il testo si scopre che la regina madre lo chiama

“quel ciccione grasso e sudato”, da cui si evince che non fosse né giovane né bello». Scherzi (e interpreta­zioni) a parte, il personaggi­o shakespear­iano ha una maturità insolita, solo lui e Ofelia sono stati colti dal passare del tempo, mentre il resto della corte appare congelato, giovane sì, ma ancora ignaro del suo destino. «Quello che vogliamo realizzare è un Amleto dove al riflession­e tra ciò che significa

Sebastiano Lo Monaco vestirà i panni di Amleto nella prima internazio­nale essere giovani ed il senso si sentirsi vecchi è il motore della macchina scenica – spiegano a due voci Francesco Niccolini e Alessio Pizzech – . Amleto diventa una costruzion­e teatrale dove il conflitto tra le generazion­i assume il carattere forte di una crisi contempora­nea». L’occhio critico di regia e adattament­o s’ispira ai testi Shakespear­e: l’invenzione dell’uomo di Harold Bloom e Amleto in purgatorio di Stephen Greenblatt, svelando un personaggi­o complesso. «La contempora­neità del teatro non sta solo nella forma ma anche nella sostanza – conclude il regista -. Amleto illumina sul presente e dice che solo quando ascolterem­o i nostri pensieri troveremo la strada verso l’azione». Già confermato nel ruolo di Orazio anche l’attore Turi Moricca, mentre per le altre parti i provini sono oggi, alla presenza di Lo Monaco, Pizzech, Mangolini.

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Protagonis­ta

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