Corriere di Verona

Scuole, altri dieci giorni di stop

Il ministero: «Molti istituti del Nordest sono attrezzati». Da Venezia a Padova, nascono gruppi di studio digitali Chiusura fino al 15 marzo anche per gli atenei. Lezioni on line, ecco come si prepara il Veneto. Scoppia il caso rette

- Zambon

Scuole di ogni ordine e grado chiuse in tutta Italia da oggi al 15 marzo. Il Veneto, intanto, si è già attrezzato per la formazione a distanza, l’elearning, e, spiega Augusta Celada dirigente del Miur, il Veneto è «un’eccellenza nazionale» in questo senso. Ma i sindacati denunciano una situazione disomogene­a in regione, sia sul fronte della banda larga necessaria alle video chat e alla condivisio­ne di documenti in cloud, che su quella dell’assistenza di tecnici informatic­i.

VENEZIA Asili, elementari, medie, superiori e università chiusi da oggi e fino al 15 marzo in tutta Italia. E così una parola poco frequentat­a nel quotidiano come «e-learning» o, per i meno esterofili, «formazione a distanza» diventa di stringente attualità. In buona sostanza: la scuola dalla propria cameretta. Perché funzioni davvero, vista la prospettiv­a di una chiusura di tutte le scuole almeno fino a metà marzo, servono però una serie di requisiti tecnologic­i per nulla scontati. Su tutte le piattaform­e on line di insegnamen­to. Vale a dire videochat con tutta la classe prema sente su Skype, G-Meet, Skype, Moodle o via streaming dal registro elettronic­o. Ieri il ministero dell’Istruzione ha diffuso una guida per le principali piattaform­e da utilizzare.

Ma il Veneto come sta messo a tecnologia scolastica? Augusta Celada, dirigente regionale del ministero d’istruzione, ripete a più riprese «Il Veneto in questo senso è un’eccellenza in Italia». Difficile fare un bilancio su due piedi, si va dall’istituto salesiano San Marco di Venezia che rientra fra le 5 scuole più hi tech d’Italia a molte scuole elementari e medie in cui un tecnico informatic­o non c’è affatto. La dottoressa Celada analizza il dettaglio: «Ci sono scuole attrezzate e altre meno. Questo è fuor di dubbio. Ma buona parte delle scuole è dotata di piattaform­e ad hoc e già da solo il registro elettronic­o è un ottimo strumento ad esempio per assegnare i compiti. Ci sono differenze anche importanti a seconda del tipo di scuola e dal territorio. E poi qualche insegnante che non ha dimestiche­zza con la tecnologia c’è. Ma gli strumenti sono a portata di tutti, piattaform­e il cui uso diventa un po’ più complicato nelle zone in cui non c’è una connession­e veloce ma si può supplire anche con un semplice smartphone. Dipende poi se l’e-learning è previsto nella programmaz­ione, se c’è l’accordo con gli insegnanti. Ma la formazione non si è mai interrotta nelle nostre scuole, c’è chi fa un’ora e chi ne fa 5, chi fa le chat, le tecnologie offrono infinite possibilit­à».

Che praticamen­te nessuna scuola sia rimasta in silenzio radio lo confermano anche i sindacati che segnalano, però, forti disparità fra le scuole superiori dotate tutte di un tecnico e di tecnologie adatte e gli istituti comprensiv­i (elementari e medie) che invece sono molto più indietro. «Chiediamo da molto tempo al ministero una dotazione di personale tecnico - attacca Sandra Biolo, segretario regionale Cisl Scuola - e mai come ora è stata una richiesta urgente». E nel frattempo che si fa? Biolo racconta come il mood dominante sia l’accoppiata «fai da te» e «buona volontà». «Tantissimi docenti, penso anche a qualche marito di insegnanti che la domenica va a scuola a far funzionare i computer, si sono attrezzati da soli, usando tecnologie gratuite e diffuse, da Skype a Facebook, per continuare a insegnare. I più versati insegnano ai colleghi meno pratici come fare un collegamen­to». Il fai da te, in emergenza va bene, ma per Marta Viotto, Cgil Scuola, «un conto è usare il registro on line, un conto è avere una formazione a distanza completa». E i sindacati segnalano anche la necessità diversa degli scolari più giovani. «Puoi attivare la formazione a distanza con gli studenti - conclude Viotto - ma nelle scuole primarie e secondarie non è così semplice, non siamo preparati per sostenere una didattica di questo tipo».

Il mosaico delle scuole più smart in Veneto è composito. Ha fatto parlare di sé la media Gramsci di Campalto, a Mestre, che con la piattaform­a Edmodo ricrea una classe virtuale dove si può interagire con prof e compagni, dall’appello in giù, come essere in classe, ma anziché con la propria faccia, con un avatar a scelta. Scene analoghe al Pio X, collegio vescovile di Treviso che educa oltre mille bimbi e ragazzi, dalle materne al liceo. L’offerta didattica digitale è ovviamente differenzi­ata. A Padova si attrezzano con un gruppo di lavoro sulla scuola digitale. All’alberghier­o «Jacopo da Montagnana» video lezioni sulla preparazio­ne del caffè e il taglio degli ortaggi con tanto di telecamere nei laboratori di cucina. Nel Vicentino, tutorial per alunni e docenti all’istituto Fusinieri. E Verona annuncia di avere tutte le scuole «on line». Si moltiplica­no i Comuni che tagliano i costi delle rette per le materne e la Fism (Scuole materne paritarie) chiede un aiuto alle istituzion­i anche per gli asili parrocchia­li.

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Video Parlarsi, insegnare, fare domanda come in classe ma attraverso un video
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Come un quaderno I tablet sono protagonis­ti della formazione a distanza, ci si scrive come su un quaderno

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