Per ora in Veneto il virus ha ucciso anziani in gran parte già malati
Hanno un’età compresa tra 76 e 97 anni le vittime del Coronavirus che il Veneto ha pianto finora. Quasi tutti avevano patologie pregresse ma non la prima, anche italiana, cioè Andriano Trevisan di Vo’Euganeo, morto il 21 febbraio scorso a 77 anni all’ospedale di Schiavonia. Il fratello ha assicurato che l’uomo, piccolo impresario edile, era sano, solo un po’ in sovrappeso. Era stato ricoverato per quella che inizialmente sembrava una broncopolmonite. Insieme a lui era entrato in ospedale un concittadino di 67 anni che giocava a carte nello stesso bar del paese, poi trasferito a Padova.
Con l’addio a Luciana Mangiò, insegnante in pensione di Paese che già soffriva di Alzheimer e di altre patologie, il 25 febbraio si è aperto il focolaio di Treviso, nel giro di poche ore esploso al punto da diventare il primo del Veneto, superando la zona rossa di Vo’. L’anziana aveva 76 anni. Non soffriva invece di particolari problemi di salute Umberto Pavan, veneziano di 79 anni morto all’ospedale all’Angelo di Mestre il 2 marzo, dopo una settimana di ricovero.
Inizialmente il medico di base lo aveva curato con gli antibiotici per sintomi influenzali, che però non passavano e allora l’uomo è andato al Pronto Soccorso. Da lì è scattato l’allarme.
Soffrivano di pluripatologie altri tre anziani tra gli 82 e i 97 anni spirati nelle ultime 48 ore al Ca’ Foncello di Treviso e tutti passati per la Geriatria. Erano afflitti da problemi cardiaci, polmonari e di altro genere e quindi il coronavirus ha complicato quadri clinici già compromessi. Al punto da rendere difficile stabilire con esattezza la causa di morte. Stesso discorso vale per il decorso di Danilo Carraro, 81 anni, deceduto ieri all’ospedale civile di Venezia. Era un paziente oncologico, ricoverato in condizioni critiche proprio a causa della sua malattia, aggravata dall’infezione. L’uomo era molto conosciuto a Venezia, perché fondatore della storica «Ottica Carraro» e designer.
Non solo le vittime del Covid19, ma anche i malati più gravi ricoverati nelle Terapie Intensive del Veneto sono, nella maggioranza di casi over 65enni.