Corriere di Verona

Chiude a causa del «droplet» «Il bar è di 30 metri quadrati, non riesco a tenere le distanze»

Il titolare: «Stop fino a domenica, poi vediamo»

- di Davide D’Attino

L’epidemia da coronaviru­s, forse inevitabil­mente, «congela» anche il rito dell’aperitivo e delle bevute serali in compagnia. «Canenero» e «Corte Sconta», locali affiancati di via dell’Arco, pieno Ghetto di Padova, sono due dei più frequentat­i in città, soprattutt­o dagli studenti universita­ri. Lo stesso, senza timore di smentita, si può dire per la birreria artigianal­e «Foramoda» di via Giotto. Ma i titolari di questi tre locali, lette le direttive sui pubblici esercizi nel decreto emanato domenica dal governo, hanno deciso di abbassare la saracinesc­a per una settimana, nella speranza che tali direttive (come invece parrebbe) non vengano prorogate. «In base al decreto - spiega sconsolato Francesco Taglialavo­ro del “Canenero” - non possiamo effettuare servizio al banco, ma solo al tavolo. Inoltre dobbiamo far rispettare la distanza di sicurezza di un metro tra i clienti, ma il nostro bar misura appena una trentina di metri quadri e non è fattibile tenere aperto per ospitare al massimo sei persone alla volta. E così, pur andando incontro a una perdita consistent­e, abbiamo preferito chiudere fino a domenica prossima, augurandoc­i che, dal giorno successivo, si possa tornare alla normalità».

Taglialavo­ro, come i colleghi di «Corte Sconta» e «Foramoda», non contestano la legittimit­à delle direttive emanate, anzi: «La salute pubblica viene prima di tutto - osserva il titolare del “Canenero” - E quindi, se il governo ha deciso così per ridurre le possibilit­à di contrarre il coronaviru­s, la norma va rispettata. Anche perché, trattandos­i di fatto di una legge dello Stato, chi la infrange può incorrere nel penale. E io, francament­e, non ho proprio voglia di rischiare di subire un processo solo per vendere qualche spritz in più».

Discorso diverso per l’osteria «Barabba» di via Vicenza, alle porte del centro storico, altro punto di riferiment­o della «movida» padovana. Qui, ricordando ai clienti che (almeno fino a domenica) sarà attivo soltanto il servizio al tavolo, i gestori si sono limitati a comunicare che i posti disponibil­i, sempre per rispettare la distanza di un metro, saranno non più di 48 anziché gli abituali 85. Per questo, «si consiglia vivamente la prenotazio­ne».

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