Confindustria, Vicenza sceglie E il Veneto si ritrova con Bonomi
Verona riunisce i consigli. No alla richiesta di Illy di esser ricevuto dalle territoriali
Confindustria, il Veneto mossosi in ordine sparso si ritrova, a metà corsa, schierato nella stessa squadra, quella di Carlo Bonomi. Uniti, ma non coordinati. È il paradosso sull’elezione del presidente nazionale di Confindustria che entra proprio in questi giorni nella fase decisiva. E si tratterà di vedere, a questo punto, se il paradosso potrà trasformarsi in opportunità. Dopo Assindustria venetocentro, che Bonomi l’ha scelto fin da subito, insieme a Venezia-Rovigo, ora la novità di rilievo riguarda la posizione pro Bonomi presa lunedì sera da Vicenza. L’associazione non conferma o smentisce, mantenendo la consegna del silenzio finché il presidente, Luciano Vescovi, non avrà comunicato la scelta ai «Saggi», la prossima settimana. Ma la sostanza dovrebbe essere che il consiglio generale, lunedì sera, dopo aver dettato una serie di desiderata da avanzare al nuovo presidente, ha ratificato la linea definita la scorsa settimana dal consiglio di presidenza, organo deputato a decidere, schieratosi a maggioranza su Bonomi, dopo l’incontro di due settimane prima con i candidati all’hotel Sheraton di Padova.
A questo punto all’appello manca Confindustria Verona, che riunisce il consiglio generale stasera per affrontare il tema e indicare una direzione, in vista del consiglio di presidenza della prossima settimana che affiderà al leader Michele Bauli la linea da comunicare ai «Saggi». Ma è chiaro che la scelta di Vicenza è di peso; oltre che per i cinque voti nel consiglio generale, anche perché potrebbe portarsi dietro altre territoriali indecise. Alla vigilia di un fine settimana di svolta, visto che per lunedì prossimo si attende che i tre Saggi (tra loro i veneti Andrea
Tomat e Andrea Bolla), dopo il round di audizioni del weekend, riducano a due i candidati ammessi alla fase finale del voto in consiglio generale, il 26 marzo.
La questione, a questo punto, e se i veneti, ritrovatisi in gran parte schierati con Bonomi, riusciranno a giocare insieme almeno nel secondo tempo della partita. Ad esempio facendo pesare in maniera unita l’appoggio e le richieste nella formazione della squadra, per ottenere ruoli di peso, se effettivamente il leader di Assolombarda, a questo punto, dovesse prendere il largo e avviarsi alla presidenza.
Dopo l’incontro a Padova con i tre candidati, organizzato da Confindustria Veneto, una prima occasione di confronto i leader delle territoriali ce l’avranno già oggi, nel consiglio di presidenza della struttura regionale, pur ovviamente monopolizzato dall’emergenza coronavirus. Consiglio, da quanto è possibile ricostruire, che invece non darà seguito alla richiesta giunta dall’industriale triestino Andrea Illy, di esser ricevuto per ottenere un appoggio per rientrare in corsa.
Il tema della squadra del nuovo presidente non è di poco conto. E vale a questo punto sia nel caso di un successo di Bonomi, ma anche, se non di più, nell’ipotesi (come fu ne 2012 con il Veneto schieratosi con lo sconfitto Bombassei contro Squinzi) di una sconfitta, se il candidato alternativo che rimarrà in corsa, probabilmente Licia Mattioli, data in vantaggio nella rimonta su Giuseppe Pasini, dovesse risalire la china in maniera vittoriosa. Anche perché su questo fronte, i rumors in arrivo da viale dell’Astronomia hanno spinto, in maniera alternata, le ambizioni del leader di Treviso-Padova, Maria Cristina Piovesana, e di Venezia-Rovigo, Vincenzo Marinese. Che per altro smentisce: «Voglio rimanere sul territorio». Ma non manca chi non sottolinei come l’allineamento venutosi a creare sia perfetto per la candidatura, da Vicenza, della vicepresidente Barbara Beltrame, magari proprio alla delega internazionale oggi in mano alla Mattioli.