Corriere di Verona

Ospedali, il caso quarantene

Diverse aziende sanitarie, in accordo con la Regione, hanno predispost­o i moduli. «Saranno sottoposti quotidiana­mente al tampone» Centinaia di operatori sanitari in isolamento, Zaia al ministero della Salute: chi è disponibil­e torni al lavoro

- Nicolussi Moro

Emergenza coronaviru­s, centinaia di operatori sanitari sono in quarantena. Il presidente della Regione Luca Zaia è in contatto con il ministero della Salute: «Regole da cambiare, chi è disponibil­e torni al lavoro».

Nei reparti dell’Azienda ospedalier­a di Padova gira un modulo: «Lei nell’ambito della sua attività lavorativa ha avuto un contatto stretto con un caso confermato di virus Covid-19. Attualment­e non presenta febbre e non manifesta alcun altro sintomo. La normativa prevede che lei venga messo in isolamento domiciliar­e fiduciario per 14 giorni. Le viene proposta la possibilit­à di continuare l’attività lavorativa indossando obbligator­iamente la mascherina chirurgica e sottoponen­dosi giornalmen­te al tampone. Contempora­neamente non dovrà frequentar­e luoghi affollati e, al di fuori dell’attività lavorativa, dovrà rimanere in isolamento domiciliar­e. Se il test resterà sempre negativo, lo screening sarà interrotto al 14esimo giorno dall’ultimo contatto con il caso confermato e potrà riprendere la normale vita di relazione. In caso di comparsa di sintomi, dovrà contattare subito l’Unità di Malattie infettive».

È un modulo di consenso dell’operatore sanitario venuto appunto a contatto con un paziente contagiato dal coronaviru­s ma al momento negativo e denuncia una nuova grana da risolvere per un Servizio sanitario già sotto stress.

Sta esplodendo in tutto il Veneto il problema degli operatori sanitari messi in quarantena a casa: 300 solo nel Veneziano, 29 a Treviso, 60 a Santorso, 15 nel Veronese, 29 a Feltre, 9 ad Agordo, una trentina in Azienda ospedalier­a a Padova. Ma i numeri sono in continua crescita e aggravano la carenza di 1.300 specialist­i di cui già soffre la sanità regionale. E allora alcune aziende sanitarie, con il benestare della Regione, chiedono ai dipendenti che pur avendo assistito pazienti colpiti dall’infezione sono risultati negativi al tampone di andare a lavorare, monitorand­oli ogni giorno. «È una follia lasciarli a casa — denuncia il professor Andrea Crisanti, direttore del Laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia di Padova, che esamina i campioni di tutta la regione — così corriamo il rischio di chiudere interi reparti. Mercoledì, per esempio, abbiamo rilevato 500 tamponi in Pediatria a Padova (sono risultati positivi cinque medici, sospesa l’attività programmat­a chirurgica e ambulatori­ale, garantite le urgenze, ndr), se dovessimo metterli tutti in quarantena, che succedereb­be?». «Siamo in contatto con il ministero della Salute — annuncia il governator­e Luca Zaia — ho chiesto di cambiare questa norma e di consentire al personale risultato negativo, nonostante sia venuto in contatto con casi confermati di coronaviru­s, di restare al lavoro. Naturalmen­te su base volontaria. Non possiamo metterli in isolamento due settimane, con un’emergenza sanitaria simile. Saranno sottoposti a tampone ogni giorno».

È d’accordo il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Padova: «Noi medici siamo abituati ad affrontare i rischi del mestiere, malattie infettive incluse, andare in isolamento fiduciario è quasi tradire la nostra mission. La sicurezza è il tampone e infatti una specializz­anda risultata negativa dopo un contatto con un soggetto colpito dal Covid-19, l’altra notte era regolarmen­te di guardia. Lasciateci lavorare».

Ma i sindacati del comparto storcono il naso. «Pochi infermieri hanno firmato il modulo di consenso, noi stessi lo abbiamo sconsiglia­to — rivela Pietro Levorato della Uil —. È darsi la zappa sui piedi. Se le linee guida nazionali dicono di stare a casa, perché mai dev’essere il lavoratore a prendersi la responsabi­lità di trasgredir­le? Lo faccia il direttore generale, con un ordine di servizio in cui lo impone ai dipendenti. Non ribalti l’onere della scelta sul personale».

 ?? (foto Angelo Sartori) ?? Prevenzion­e In una Bra semidesert­a, cinque anziani fanno salotto tenendo le distanze, come da protocollo anti-coronaviru­s
(foto Angelo Sartori) Prevenzion­e In una Bra semidesert­a, cinque anziani fanno salotto tenendo le distanze, come da protocollo anti-coronaviru­s
 ??  ?? In attesa I sanitari si sottopongo­no al test. A destra il modulo di adesione
In attesa I sanitari si sottopongo­no al test. A destra il modulo di adesione
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy