Corriere di Verona

Crollo del turismo, Garda tra i più danneggiat­i

Città deserte e negli hotel già piovono le disdette Fondazione Think Tank Nord Est: «Non basta fare marketing, per evitare il tracollo si deve investire»

- Priante

L’ultimo aggiorname­nto sui danni provocati dall’emergenza coronaviru­s, l’ha fatto l’ufficio Confturism­o Confcommer­cio. E il quadro è drammatico: da qui a maggio, si stima che le strutture ricettive registrera­nno un calo di oltre 31,6 milioni di presenze con una perdita stimata di 7,4 miliardi di euro. Queste, le previsioni a livello nazionale. Sul piano locale, il sistema turistico Veneto rischia di venirne fuori massacrato. A rischiare di più sono soprattutt­o le località balneari, che concentran­o gli affari proprio nel periodo primavera-estate che, secondo gli esperti, sarà il più critico. Ma a soffrire maggiormen­te saranno anche alcune località di montagna che già hanno dovuto fare i conti con la devastazio­ne lasciata dalla tempesta Vaia nell’ottobre del 2018.

La previsioni sono quelle della Fondazione Think Tank Nord Est che ha stilato la triste classifica dei ventuno comuni veneti che saranno più penalizzat­i dalla crisi del turismo provocata dalla psicosi da coronaviru­s. La ricerca è partita dall’ipotesi - molto verosimile - che le località più svantaggia­te saranno quelle contraddis­tinte da un’economia fortemente sbilanciat­a nei conno fronti delle attività turistiche, da una quota elevata di visitatori stranieri e da un picco stagionale delle presenze previsto entro i prossimi sei mesi.

Sulla base di questi fattori, la Fondazione ha costruito un indicatore che misura l’impatto della crisi del turismo: più è elevato, maggiori saranno le ricadute negative in termini economici.

I primi posti della graduatori­a sono occupati dal lago di Garda (Malcesine, seguita da Brenzone, Garda, Torri del Benaco, Bardolino e Lazise), dove storicamen­te la presenza di stranieri - specie tedeschi - negli hotel è prevalente. Rischiadi passarsela molto male anche gli operatori delle località balneari (Cavallino-Treporti, Caorle, Bibione, Jesolo, Rosolina...) e alcune località dolomitich­e, come Livinallon­go del Col di Lana e Rocca Pietore, paese che meno di due anni fa fu il simbolo della forza devastante di Vaia.

Tra i comuni che registrera­nno un impatto negativo «alto», accanto a quelli già citati l’elenco comprende Peschiera, Valeggio, Costermano, San Zeno di Montagna, Eraclea e Castelnuov­o. Infine c’è Venezia, che già registra una pioggia di prenotazio­ni cancellate. È l’unica città d’arte presente nell’elenco di quelle potenzialm­ente più danneggiat­e. Verona - così come gli altri capoluoghi del Veneto - subirà un impatto negativo «medio»: merito del fatto che le presenze turistiche tendono a essere meno concentrat­e nel solo periodo estivo. Lo stesso vale per Cortina d’Ampezzo e Asiago, che potranno rifarsi il prossimo inverno quando torneranno i turisti. O almeno si spera.

«L’emergenza sanitaria sta determinan­do pesanti ripercussi­oni sull’economia turistica di tutto il Veneto - spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est - e le imprese stanno sperimenta­ndo ricadute negative sia in termini di cancellazi­oni che di mancate prenotazio­ni». Serve quindi un’attenzione speciale al settore: «Non basterà un’efficace campagna di marketing ma saranno fondamenta­li gli investimen­ti per far sì che il turismo continui a trainare l’economia di tutta la regione. In questo quadro, le realtà balneari, a causa di una stagionali­tà ancora ridotta, rischiano di pagare il prezzo più alto di questa emergenza sanitaria e pertanto - conclude Ferrarelli - mi auguro che proprio in quei territori ci sia un sostegno maggiore».

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 ??  ?? Tavolini vuoti Piazza San Marco, il cuore di Venezia, è semi-deserta
Tavolini vuoti Piazza San Marco, il cuore di Venezia, è semi-deserta
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A richio tracollo I danni maggiori si prevedono per il turismo del lago di Garda

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