Vo’ Euganeo rifà il tampone «Servirà per la ricerca »
Progetto dell’Università di Padova finanziato dalla Regione. Inizia oggi, su base volontaria, termina domenica. «Avrà valore internazionale»
Concluso il primo maxi screening (2.800 tamponi e 90 positivi, per un indice del 3%), l’Università di Padova da oggi e per tre giorni effettuerà un secondo sugli abitanti di Vo’ Euganeo, primo focolaio di Coronavirus in veneto. L’obiettivo è di studiare l’evoluzione del virus e le principali caratteristiche.
La difficile convivenza con il coronavirus della popolazione di Vo’ Euganeo — focolaio iniziale in Veneto e «zona rossa» dal 23 febbraio, dopo la morte di Adriano Trevisan — diventerà il primo studio scientifico internazionale sulla storia naturale del Covid-19. Concluso il primo maxi screening (2.800 tamponi e 84 positivi, per un indice del 3%), l’Università di Padova da oggi e per tre giorni ne effettuerà un secondo sugli abitanti, sempre su base volontaria. L’obiettivo è di studiare l’evoluzione del virus, definirne le dinamiche di trasmissione e le classi di rischio per morbilità e mortalità, comprendere il rapporto tra positivi al tampone e sintomatici, prevedere la curva di remissione e la durata dell’infezione. La Regione ha deliberato un finanziamento di 150mila euro e a coordinare il tutto saranno i ricercatori del Dipartimento di Medicina Molecolare guidati dal professor Andrea Crisanti, a capo del laboratorio di Microbiologia e Virologia, centro di riferimento regionale per l’analisi dei tamponi.
«Scattare una seconda fotografia della situazione dopo quella iniziale ci permetterà di arrivare a parametri numerici e a informazioni utili alle istituzioni a prendere decisioni su base scientifica e non emotiva — spiega Crisanti —. Per esempio se il numero di positivi dovesse diminuire ancora, si potrebbero dedurre il valore delle misure di contenimento e la capacità riproduttiva del virus. Il nuovo screening servirà anche a tracciare previsioni sulla mobilitazione delle risorse, a programmare i nuovi interventi, a calcolare il rischio. Insomma, per adottare una strategia efficace abbiamo bisogno di dati certi e noi li forniremo alla Regione, quindi lo studio ha un significato scientifico e uno pratico». «Non è mai stato condotto un approfondimento di tale portata — assicura il rettore dell’Ateneo padovano, Rosario Rizzuto — della popolazione di Vo’ conosciamo tutto, è il modello ideale da esaminare. Potremo individuare il tasso di guarigione, partendo da chi inizialmente era positivo ed è diventato negativo. Conosciamo i sintomi che accusavano, vedremo in quanto tempo si negativizzano e se familiari e altri contatti stretti siano diventati positivi a loro volta».
«I tamponi saranno effettuati nell’ambulatorio ricavato dal Comune nella scuola elementare», ha annunciato ieri in piazza ai concittadini il sindaco Giuliano Martini. Se ne occuperanno gli specializzandi di Malattie Infettive, affiancati da uno di Fisiatria, due di Chirurgia e dalle infermiere volontarie della Croce Rossa. «Il Comitato della Cri di Padova dispone di 1300 volontari ed è già attivo nel trasporto dedicato dei soggetti positivi — illustra il presidente Giampietro Rupolo —. Arriveremo a Vo’ con una colonna mobile di tre mezzi e ogni giorno metteremo a disposizione 5-6 infermiere per fare i tamponi più altri dieci volontari per la logistica». Nel giro di una settimana, dal termine dello screening, il laboratorio di Padova dovrebbe aver analizzato questa seconda tornata di tamponi, oltre ai 1500 che arrivano quotidianamente dagli ospedali. Tasso di errore? «Per ora nessuno, sono stati validati tutti dall’Istituto superiore di Sanità — rivela Crisanti — il test da noi messo a punto ha un’altissima affidabilità».
Oggi a Vo’ ci sarà anche il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina di Padova: «Il progetto validerà modelli matematici che forniscano un razionale scientifico a politiche di sanità pubblica pesate sull’analisi dei rischi e sulla valutazione delle misure di prevenzione in atto. Le linee guida prodotte potranno essere applicate in altre aree, contribuendo al contenimento dell’infezione. Il modello infatti, primo al mondo, potrà essere esportato nel resto d’Italia e all’estero, così da essere validato su altre coorti di pazienti». Il governatore Luca Zaia puntualizza: «Dare la parola agli scienziati è la scelta giusta. Ringrazio i cittadini di Vo’, che non sono cavie ma protagonisti di una svolta preziosa. Hanno la mia totale solidarietà, per l’alto senso civico e di responsabilità dimostrato in una vicenda così difficile. Spero che domenica, giorno di scadenza del decreto sulla zona rossa, il Comune padovano sia liberato dal cordone sanitario. Se altri residenti risulteranno positivi, andranno in isolamento domiciliare. Ormai i canonici 14 giorni di quarantena sono trascorsi, non ha più senso prolungare l’isolamento di una realtà già in ginocchio dal punto di vista economico e sociale». A proposito del mondo produttivo, chiosa Crisanti: «L’economia si aiuta debellando l’infezione. Non c’è nulla di più sbagliato che mandare un messaggio rassicurante alla gente per poi smentirlo, bisogna dire la verità. All’inizio è stata sottovalutata la gravità della situazione, l’ultimo decreto è un passo avanti, anche se non prevede risorse per la ricerca: estendendo le misure di contenimento all’intero Paese, il governo ha preso atto della reale entità del problema».
Rizzuto Vedremo l’evoluzione del Covid19, il rischio morbilità e mortalità, la curva di remissione, i contagi
Crisanti Daremo alle istituzioni dati utili a prendere decisioni su una base scientifica e non emotiva