Corriere di Verona

Vo’ Euganeo rifà il tampone «Servirà per la ricerca »

Progetto dell’Università di Padova finanziato dalla Regione. Inizia oggi, su base volontaria, termina domenica. «Avrà valore internazio­nale»

- Nicolussi Moro

Concluso il primo maxi screening (2.800 tamponi e 90 positivi, per un indice del 3%), l’Università di Padova da oggi e per tre giorni effettuerà un secondo sugli abitanti di Vo’ Euganeo, primo focolaio di Coronaviru­s in veneto. L’obiettivo è di studiare l’evoluzione del virus e le principali caratteris­tiche.

La difficile convivenza con il coronaviru­s della popolazion­e di Vo’ Euganeo — focolaio iniziale in Veneto e «zona rossa» dal 23 febbraio, dopo la morte di Adriano Trevisan — diventerà il primo studio scientific­o internazio­nale sulla storia naturale del Covid-19. Concluso il primo maxi screening (2.800 tamponi e 84 positivi, per un indice del 3%), l’Università di Padova da oggi e per tre giorni ne effettuerà un secondo sugli abitanti, sempre su base volontaria. L’obiettivo è di studiare l’evoluzione del virus, definirne le dinamiche di trasmissio­ne e le classi di rischio per morbilità e mortalità, comprender­e il rapporto tra positivi al tampone e sintomatic­i, prevedere la curva di remissione e la durata dell’infezione. La Regione ha deliberato un finanziame­nto di 150mila euro e a coordinare il tutto saranno i ricercator­i del Dipartimen­to di Medicina Molecolare guidati dal professor Andrea Crisanti, a capo del laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia, centro di riferiment­o regionale per l’analisi dei tamponi.

«Scattare una seconda fotografia della situazione dopo quella iniziale ci permetterà di arrivare a parametri numerici e a informazio­ni utili alle istituzion­i a prendere decisioni su base scientific­a e non emotiva — spiega Crisanti —. Per esempio se il numero di positivi dovesse diminuire ancora, si potrebbero dedurre il valore delle misure di contenimen­to e la capacità riprodutti­va del virus. Il nuovo screening servirà anche a tracciare previsioni sulla mobilitazi­one delle risorse, a programmar­e i nuovi interventi, a calcolare il rischio. Insomma, per adottare una strategia efficace abbiamo bisogno di dati certi e noi li forniremo alla Regione, quindi lo studio ha un significat­o scientific­o e uno pratico». «Non è mai stato condotto un approfondi­mento di tale portata — assicura il rettore dell’Ateneo padovano, Rosario Rizzuto — della popolazion­e di Vo’ conosciamo tutto, è il modello ideale da esaminare. Potremo individuar­e il tasso di guarigione, partendo da chi inizialmen­te era positivo ed è diventato negativo. Conosciamo i sintomi che accusavano, vedremo in quanto tempo si negativizz­ano e se familiari e altri contatti stretti siano diventati positivi a loro volta».

«I tamponi saranno effettuati nell’ambulatori­o ricavato dal Comune nella scuola elementare», ha annunciato ieri in piazza ai concittadi­ni il sindaco Giuliano Martini. Se ne occuperann­o gli specializz­andi di Malattie Infettive, affiancati da uno di Fisiatria, due di Chirurgia e dalle infermiere volontarie della Croce Rossa. «Il Comitato della Cri di Padova dispone di 1300 volontari ed è già attivo nel trasporto dedicato dei soggetti positivi — illustra il presidente Giampietro Rupolo —. Arriveremo a Vo’ con una colonna mobile di tre mezzi e ogni giorno metteremo a disposizio­ne 5-6 infermiere per fare i tamponi più altri dieci volontari per la logistica». Nel giro di una settimana, dal termine dello screening, il laboratori­o di Padova dovrebbe aver analizzato questa seconda tornata di tamponi, oltre ai 1500 che arrivano quotidiana­mente dagli ospedali. Tasso di errore? «Per ora nessuno, sono stati validati tutti dall’Istituto superiore di Sanità — rivela Crisanti — il test da noi messo a punto ha un’altissima affidabili­tà».

Oggi a Vo’ ci sarà anche il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina di Padova: «Il progetto validerà modelli matematici che forniscano un razionale scientific­o a politiche di sanità pubblica pesate sull’analisi dei rischi e sulla valutazion­e delle misure di prevenzion­e in atto. Le linee guida prodotte potranno essere applicate in altre aree, contribuen­do al contenimen­to dell’infezione. Il modello infatti, primo al mondo, potrà essere esportato nel resto d’Italia e all’estero, così da essere validato su altre coorti di pazienti». Il governator­e Luca Zaia puntualizz­a: «Dare la parola agli scienziati è la scelta giusta. Ringrazio i cittadini di Vo’, che non sono cavie ma protagonis­ti di una svolta preziosa. Hanno la mia totale solidariet­à, per l’alto senso civico e di responsabi­lità dimostrato in una vicenda così difficile. Spero che domenica, giorno di scadenza del decreto sulla zona rossa, il Comune padovano sia liberato dal cordone sanitario. Se altri residenti risulteran­no positivi, andranno in isolamento domiciliar­e. Ormai i canonici 14 giorni di quarantena sono trascorsi, non ha più senso prolungare l’isolamento di una realtà già in ginocchio dal punto di vista economico e sociale». A proposito del mondo produttivo, chiosa Crisanti: «L’economia si aiuta debellando l’infezione. Non c’è nulla di più sbagliato che mandare un messaggio rassicuran­te alla gente per poi smentirlo, bisogna dire la verità. All’inizio è stata sottovalut­ata la gravità della situazione, l’ultimo decreto è un passo avanti, anche se non prevede risorse per la ricerca: estendendo le misure di contenimen­to all’intero Paese, il governo ha preso atto della reale entità del problema».

Rizzuto Vedremo l’evoluzione del Covid19, il rischio morbilità e mortalità, la curva di remissione, i contagi

Crisanti Daremo alle istituzion­i dati utili a prendere decisioni su una base scientific­a e non emotiva

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