Corriere di Verona

I contagi crescono, toccata quota 37 Tra i dodici ricoverati nessuno è grave

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È arrivata a quota 37, dodici in più nel giro di 24 ore, la conta dei contagi nel Veronese. Una situazione tutto sommato sotto controllo, se rapportata con altre provincie della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna, ma in continua crescita. Tranquilli­zza di più il fronte ricoveri: sono in tutto 12, dunque tre in più rispetto a mercoledì, ma almeno tre casi (quelli ricoverati al Sacro Cuore di Negrar) arrivano da fuori provincia. Tra i sei pazienti (due in più rispetto al giorno precedente) ricoverati al Policlinic­o di Borgo Roma, nel reparto di Malattie Infettive, c’è anche un operatore sanitario risultato positivo al tampone nei giorni scorsi: allo stesso tempo non emergerebb­ero nuovi casi di operatori in isolamento fiduciario a causa di contatto con persone che avevano sviluppato l’infezione, grazie anche alle procedure via via più stringenti adottate nell’ultima settimana. Ulteriore buona notizia, il fatto che nessun ricoverato abbia richiesto, finora, le cure in terapia intensiva. Rimangono in ospedale anche i primi due pazienti, entrati a Borgo Roma domenica, con un quadro clinico in netto migliorame­nto: le dimissioni potrebbero arrivare già nella giornata di oggi. Tra di loro c’è anche un venticinqu­enne, uno dei pazienti più giovani tra gli «ospedalizz­ati» del Veneto. Altre tre persone sono ricoverate a Legnago. I casi veronesi sono sparsi per tutta la provincia: una decina di positivi risiedono nel capoluogo, gli altri sono suddivisi in dodici comuni: si va da Monteforte d’Alpone a Castagnaro, passando per la Valpolicel­la (Sant’Anna d’Alfaedo, Fumane e San Pietro in Cariano) per la zona di Villafranc­a e di Sona finendo nella Bassa (Cerea, Isola della Scala, Casaleone). Sul territorio si stanno attivando le associazio­ni di categoria: il presidente di Confartigi­anato Verona, Roberto Iraci Sareri, ha annunciato un accordo con i sindacati per un sostegno del reddito a favore dei lavoratori dipendenti. Si farà ricorso a un fondo di solidariet­à attivato lo scorso 26 febbraio: le aziende potranno richiederl­o in una finestra temporale che arriva da quella data fino al 31 marzo.Tra i provvedime­nti che hanno avuto il maggior impatto sulla vita quotidiana di molti veronesi c’è anche la sospension­e delle cerimonie religiose, perlopiù in Quaresima. Il divieto è stato vissuto con sofferenza anche dal vescovo Giuseppe Zenti, che ha reso pubbliche due lettere pastorali, una indirizzat­a al clero, l’altra ai fedeli. «La realtà – scrive monsignor Zenti – si sta mostrando più seria del previsto. La affrontiam­o senza allarmismi, ma anche con senso di grande responsabi­lità. Per questo motivo, con una sofferenza che ci lacera il cuore, abbiamo stabilito che si evitino le celebrazio­ni eucaristic­he assemblear­i. Speriamo che la Pasqua possa essere la festa della liberazion­e dal peccato, ma anche dalla prigionia dell’angoscia che si sta diffondend­o più ampiamente del coronaviru­s». Il vescovo conclude con l’invito, per tutti di «leggere il Vangelo e recitare il Rosario» e, per i preti «di tenere sempre il cellulare acceso», per rispondere ad eventuali richieste dei parrocchia­ni.

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