Antonio da Bassano è il nuovo re di Masterchef «E adesso voglio sposare Daniel»
Un trionfo in crescendo, come si confà a un cuoco che punta tutto sul suo estro creativo. E con un culmine romantico: non aveva ancora finito di esultare Antonio Lorenzon, art director di Bassano del Grappa, che si è inginocchiato chiedendo a Daniel, il compagno che l’ha seguito nella lunga sfida, di stare assieme per il resto della sua vita: «È un giorno molto particolare e voglio condividere questa gioia con una persona che nella vita ha creduto in me e mi ha reso la persona che sono – ha detto - voglio che questo sia un momento speciale. Vuoi sposarmi?». Nella partita finale, ha contato moltissimo il «genius loci» vicentino. Il menu di degustazione scelto da Antonio, intitolato «Vita, vecchi ricordi» ha previsto, come antipasto un suo cavallo di battaglia, una rivisitazione del baccalà alla vicentina su spuma di cipolla con crosta di polenta e caviale. Il primo è stato un omaggio a Bassano, «Dal Grappa al Brenta», un risotto ai porcini, con uova di trota affumicate e gel di Amarone. Infine, un secondo a base di pernice, con finferli e tartufo e, come dessert un «Dolce bosco» con meringa di nocciola, gelato al pepe di Sichuan, salsa ai lamponi e mousse al cioccolato.
La scalata di Antonio era partita fin dall’«audition», la prima, severissima prova, davanti ai tre giudici, Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli. Per l’occasione aveva preparato un complesso piatto a base di ravioli, ripieni di gamberi di Sicilia accompagnati da croccante di pane e da mousse di piselli. Con il tocco magico del suo ingrediente preferito, l’asparago bianco di Bassano. Non solo, nell’impiattamento c’era persino un tocco «floreale», con petali edibili. «Penso che nessuno finora – il commento che fece allora Daniel – abbia portato dei vasi di fiori nella cucina di
Masterchef: infatti la spesa l’ha fatta in un garden specializzato». Fu un successo: tre sì convintissimi da parte del terzetto giudicante con un complimento esplicito di Cannavacciuolo: «Non trovo nessun difetto nel tuo piatto». Raro da sentire alla prima selezione.Da lì un percorso tutto in salita, tre le sfide che gli appassionati del format televisivo conoscono bene. «Invention test», prove in esterna e i famigerati «pressure», dove si gioca l’eliminazione. Fino alla puntata mandata
in onda ieri, ad Antonio, era mancata l’ebbrezza di una «vittoria» formale nella prova, ma la sua continuità l’ha infine premiato. Fino alla semifinale, con una prova tutta «abilità e sentimento». Sotto la mystery box, i cinque concorrenti rimasti, non hanno trovato assolutamente nulla: la sfida era quella di rivisitare un piatto presentato da una persona cara. Nel caso di Antonio, Daniel, che ha suggerito una paella. Test superato. Infine un altro grande classico di Masterchef, tipico del rush finale: il confronto in un ristorante stellato, in questo caso il Pavillon Ledoyen di Parigi, diretto dallo chef tre stelle Michelin Yannick. La versione «bassanese» di uno dei piatti forti della casa, il «marshmallow di estratto di champignon» non sfigura e conquista un sincero apprezzamento da parte del padrone di casa («Antonio è un poeta – dirà Yannick –. È uno chef che si diverte lavorando»). Tuttavia, lo sforzo non basta per la vittoria: c’è l’ulteriore scoglio del «pressure». È una prova fortemente tecnica: cucinare un ingrediente (nel caso di Antonio, il mango) in quattro consistenze diverse. Il vicentino arriva così in finale.Chissà se Lorenzon, ora, riuscirà a coronare il suo sogno, quello di aprire un table d’hôte, ossia una sorta di Bed & Breakfast dove però si cena anche in Costa Azzurra. Con un ruolo fondamentale del fidanzato che, per sua stessa ammissione, non «cucina né lava i piatti»: quello di contabile. Perché, come ha detto Antonio nell’ormai lontano esordio, bisogna pure «vendere le camere».
Ora posso realizzare il mio sogno di aprire un table d’hôte in Costa Azzurra
Ho chiesto a Daniel di sposarmi per rendere ancora più speciale questo giorno