Corriere di Verona

Primi giovani in rianimazio­ne «Ma situazione sotto controllo»

In Veneto situazione gestibile e migliore di quella lombarda ma il trend non lascia tranquilli Appello della Regione ai ragazzi

- Di Michela Nicolussi Moro Nicolussi Moro

Virus, si apre il fronte dei giovani. Non siamo ai livelli allarmisti della Lombardia, ma ci sono i primi casi ricoverati in Rianimazio­ne. Su 51 degenti nelle Terapie Intensive registrati ieri pomeriggio, prima dell’ultimo aggiorname­nto serale, due hanno tra i 25 e i 44 anni e 16 appartengo­no alla fascia d’età 45-64. L’appello di Zaia ai giovani: «Rispettino le regole».

Cattelan

I giovani oltre a infettarsi possono trasmetter­e il Covid-19 a genitori e nonni. E’ inutile che stiano a casa da scuola se poi partecipan­o a feste e ritrovi

Non è vero che i giovani sono immuni al Coronaviru­s Covid-19, come pensano loro. La migliore risposta ai locali che ancora, a macchia di leopardo, sono pieni all’ora dell’aperitivo e al sabato sera, ecco le immagini di ventenni e trentenni intubati nelle Rianimazio­ni degli ospedali lombardi. Ma anche l’ultima ricognizio­ne sui ricoveri nelle Terapie intensive, in Malattie infettive e nelle Pneumologi­e diffusa ieri dalla Regione. La situazione del Veneto è piuttosto stabile, non ha nulla a che fare con il quadro drammatico di una Lombardia in quindici giorni schizzata a 333 morti e 5469 contagi, ma il dossier è comunque la conferma che il Covid-19 può comportare serie conseguenz­e anche sotto i 65 anni. Su 51 degenti nelle Terapie Intensive registrati ieri pomeriggio (prima dell’ultimo aggiorname­nto serale che li ha visti aumentare a 61), due hanno tra i 25 e i 44 anni e 16 appartengo­no alla fascia d’età 4564, che supera il range 65-74, di cui fanno parte 14 pazienti. Poi ce ne sono 18 tra 75 e 84 anni e un ricoverato ultra 85enne.

Per quanto riguarda i 186 degenti di Malattie infettive e Pneumologi­e, nella fascia 2544 anni sono sette; 54 hanno invece tra 45 e 64 anni, 31 appartengo­no al range 65-74 e 58 hanno fra 75 e 84 anni. Quindi gli anziani: 36 sono over 85 anni. Non è finita: tra i 744 veneti risultati positivi al Covid-19 ma in isolamento domiciliar­e perché asintomati­ci ci sono undici bambini tra zero e 14 anni, 23 tra 15 e 24 anni, 130 nella fascia 25-44 e 283 tra i 45 e i 64 anni. Più dei 107 veneti tra 65 e 64 anni, dei 122 anziani 7584enni e dei 68 ultra 85enni. «Voglio lanciare un invito ai giovani — dice il governator­e Luca Zaia — quelle masse nelle piazze non vanno bene in questo momento. Perché rispettare le regole? Prima di tutto per non prendersi il virus, poi per senso di responsabi­lità e solidariet­à nei confronti dei cittadini che non si possono permettere di ammalarsi. Parlo degli anziani, magari i nonni; dei malati cronici, per esempio i genitori, i fidanzati, gli amici; degli immunodepr­essi, come i bambini, nostri figli, fratelli, nipoti, i figli dei nostri amici. La mia è una chiamata di popolo al rispetto delle regole».

Forse i ragazzi hanno sottovalut­ato il rischio reale per una serie di messaggi tra loro contrastan­ti. «La comunicazi­one ha avuto un’evoluzione rispetto alle prime notizie arrivate dalla Cina — conviene Zaia — siamo passati dal: vale meno di un’influenza, al: per i ragazzi non ci sono problemi, interessa solo gli anziani. Fino all’attuale: è qualcosa di più serio di un’influenza. Ed è la cassa di risonanza di ciò che dicevano gli esperti. Non intendo fare processi, ma ragazzi attenzione: non è vero che i giovani non si ammalano, non è vero che non si positivizz­ano, ovvio che rispondono in maniera più veloce alle cure e sono l’80% dei positivi che guariscono. Però il 15% degli infetti ha bisogno di cure ospedalier­e e il 5% di terapie intensive». In quest’ultima percentual­e ci sono le vittime, 21 nel Veneto (a fronte di 771 casi confermati, la maggioranz­a distribuit­i nelle zone rosse di Padova, Venezia e Treviso), per una mortalità dal 4 marzo cresciuta dall’1% al 3,5%, dice l’Istituto superiore di Sanità. E precisa: «La letalità

tra gli over 80 è del 10,9%, per scendere allo 0,5% tra zero e 69 anni. «I giovani positivi al test, se anche restano asintomati­ci, possono veicolare il coronaviru­s a genitori e nonni, con conseguenz­e più serie — avverte la dottoressa Annamaria Cattelan, portavoce della Simit (Società di Malattie infettive e tropicali) e primario in Azienda ospedalier­a a Padova, centro di riferiment­o regionale per l’emergenza —. Nel Veneto i ragazzi per ora sono coinvolti in maniera ridotta ma lo scenario può cambiare, quindi è inutile che stiano a casa da scuola se poi si trovano in 15 a studiare nella stessa stanza, partecipin­o a feste e aperitivi. Se vogliamo evitare nuovi contagi, tutti dobbiamo accettare qualche sacrificio: usino il cellulare, come fanno sempre». E gli operatori sanitari di sacrifici ne sanno più di qualcosa: 617 di loro sono in quarantena a casa, gli altri lavorano il doppio, nonostante le 525 nuove assunzioni. «Gli organici sono ridotti, di notte facciamo doppi e tripli turni — conferma Cattelan — sono congelati riposi, congedi e ferie». Il timore è che, come sta accadendo in Lombardia, i letti nelle Terapie intensive non bastino più. E allora la Regione, dopo averne aggiunto 534 ai 686 in dotazione, ne sta ricavando altri all’ospedale di Schiavonia, nell’area diventata «Covid Hopital». In ogni stanza a due letti viene montata una tenda militare con un letto in isolamento, per un totale di 25, che potranno supportare le Malattie infettive o le Terapie Intensive più in difficoltà. E poi arriverà un modulo esterno da otto posti, sempre per le Rianimazio­ni. In totale dunque il «Covid Hospital» metterà a disposizio­ne 120/130 letti.

Ulteriori 150 saranno recuperati, in caso di bisogno, bloccando l’attività chirurgica programmat­a (non le urgenze) in tutti gli ospedali, ora sospesa solo nei reparti da disinfetta­re e nel resto dei presidi solo rallentata, come quella ambulatori­ale. Infine una nota positiva: sono state dimesse 37 persone.

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 ??  ?? Da 51 a 61 ricoveri in Terapia intensiva in poche ore Altri 130 posti letto a Schiavonia, anche nelle tende
Da 51 a 61 ricoveri in Terapia intensiva in poche ore Altri 130 posti letto a Schiavonia, anche nelle tende
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Non sono ricoverati solo anziani con patologie pregresse, ma anche giovani dai 25 ai 45 anni
In Rianimazio­ne Non sono ricoverati solo anziani con patologie pregresse, ma anche giovani dai 25 ai 45 anni

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