Corriere di Verona

Dopo i primi morti a Verona ora è «boom» di ricoveri

Continuano a salire i contagi Appello ai medici in pensione per rinforzare l’assistenza

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Dopo i primi due pazienti morti, nella giornata di domenica, nelle ultime 24 ore si sono registrati tredici nuovi ricoveri nella sola azienda ospedalier­a di Verona. Con i pazienti che arrivano a quota 24, di cui due in terapia intensiva. I contagi salgono intanto a 87, 21 in più in un giorno. Dall’Usl 9 l’appello ai medici in pensione per rafforzare l’assistenza.

Tredici nuovi ricoveri in ventiquatt­r’ore nella sola azienda ospedalier­a di Verona. Con i pazienti che arrivano a quota 24, di cui due in terapia intensiva. Quindici i pazienti negli altri ospedali veronesi: otto a Negrar, tre a Villafranc­a, quattro a Legnago. In quest’ultimo ospedale, due si trovano in terapia intensiva.

Numeri ancora bassi, quelli relativi al Coronaviru­s, rispetto ad altre province del Veneto, ma che confermano un graduale aumento. Nella giornata di domenica era arrivata la notizia dei primi due decessi: si tratta di anziani, uno di 87 anni e l’altro di 83. Con una grave cardiopati­a il primo, paziente oncologico il secondo. Un quadro di gravi complicazi­oni ma, come hanno rivelato i dati diffusi oggi dalla Regione Veneto, non bisogna sottovalut­are l’incidenza della malattia tra le persone più giovani. Nel complesso, i contagiati in provincia sono 87, 21 in più rispetto a domenica.

La situazione dei posti letto nelle strutture veronesi appare ancora positiva. Ieri, nel corso di un vertice con i sindacati di settore (in videoconfe­renza), l’Usl Scaligera ha elaborato nuove ipotesi per quanto riguarda l’utilizzo dei posti letto: tra le previsioni, quella di ricorrere a ospedali non per acuti, come quello di Bovolone o l’Orlandi di Bussolengo, per lo spostament­o di alcuni pazienti non affetti dal virus Covid 19. Una soluzione che potrebbe consentire di recuperare spazio importante negli altri ospedali con reparti di malattie infettive.

Nella serata di ieri, il prefetto Donato Cafagna ha parlato della possibilit­à che anche gli ospedali della provincia possano essere interessat­i dallo spostament­o di pazienti dalla Lombardia non affetti da Coronaviru­s. «Si tratta solo di un’ipotesi – precisa – al momento non sono previsti trasferime­nti, come non ce ne sono stati nelle ultime ore. È una decisione, in ogni caso, che prende il Dipartimen­to di Protezione Civile, in diretto contatto con le Regioni».

Intanto, il direttore generale della Scaligera Pietro Girardi, assieme al presidente e al vicepresid­ente dell’ordine dei medici, Carlo Rugiu e Lucio Cordioli, ha lanciato un appello ai medici in pensione e in quiescenza. Lo scopo è quello di potenziare tre attività ritenute prioritari­e da parte: 1) il supporto al Dipartimen­to di Prevenzion­e per quanto riguarda la sorveglian­za attiva verso i cittadini oggi in isolamento domiciliar­e ed è rivolta a tutto il personale specializz­ato in campo di igiene e medicina generale, ma anche a tutti i medici di Medicina generale in pensione; 2) l’attività di supporto in tema di comunicazi­one, rivolta in particolar­e ai medici di famiglia in quiescenza, importante per veicolare le corrette informazio­ni all’utenza che si rivolge al numero verde istituito dall’ULSS 9, 800 936 666; 3)l’assistenza ospedalier­a e interessa in particolar­e specialist­i come pneumologi, anestesist­i, infettivol­ogi e internisti, virologi. (d.o.)

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