File ordinate per fare la spesa La rivincita dei piccoli negozi
Tutti a distanza. L’ortolano: «Presto solo ordini telefonici»
Davanti alla bottega dell’ortolano, la gente è in fila, ordinata: ci si tiene a un metro di distanza l’uno dall’altro: nessuna voglia di parlare, solo silenzio, un assordante silenzio. La socialità sta in quel metro di distanza: in giorni come questi è il rispetto delle regole a fare comunità. Siamo all’imbocco di via Marsala, in Valdonega: si entra uno alla volta, chi indossa la mascherina almeno, altrimenti si viene serviti all’esterno del locale; ognuno in fila a debita distanza, in attesa del proprio turno.
È la riscossa dei piccoli negozi di quartiere, quanto mai preziosi, piccole oasi di vita nelle sabbie del deserto cittadino. «Facciamo entrare le persone una alla volta. Vendiamo un prodotto di prima necessità e per questo restiamo aperti. I clienti si tengono a un metro di distanza l’uno dall’altro. La gente è davvero brava» ci spiega Carmelo Catania, l’ortolano. Dalla prossima settimana, Carmelo cambia registro: «Adesso siamo aperti dalle sette del mattino fino alle due del pomeriggio. Dalla prossima settimana, chiarisce - riceveremo gli ordini al telefono e comunicheremo gli orari in cui venire a ritirare la merce. Eviteremo così disagi e accorceremo i tempi di attesa dei clienti».
La stessa scena si ripropone, ovviamente amplificata, davanti all’ingresso del supermercato Esselunga di Corso Milano. Anche lì la gente è in coda in religioso silenzio ad attendere il proprio turno; se non fossimo nei giorni del coronavirus, parrebbe di stare in fila davanti a un Beriozka moscovita, in pieno regime sovietico. L’addetto li fa entrare a scaglioni a gruppi di cinque o al massimo dieci: tutto molto ordinato e pacato, nulla a che vedere con le prese d’assalto nei primi giorni di psicosi. Anastasia è lì col suo carrello: «Vedere un scena così mi fa piacere: significa infatti che la gente ha capito». Come lei la pensa Raffaella: «La fila fuori dal supermercato è qualcosa cui non eravamo abituati. Giuste le misure più stringenti, che forse si sarebbero dovute adottare prima. Dobbiamo sacrificarci tutti, non c’è altro modo». La signora Maria Rosa e il marito Renato arrivano con due carrelli. Spesa grossa? «Siamo qui per noi - risponde lei -, e per una signora nostra vicina che è ammalata. Bisogna darsi una mano». Poi interviene Renato: «È tutto ordinato, abbiamo capito come si deve fare. Chiaro, che ci vuole tempo». Già, e questa è la strada giusta.
C’è poi chi la spesa la fa per te, e te la consegna a casa: è Supermercato 24, azienda veronese di spesa a domicilio con un servizio attivo in 31 province italiane. E così l’online vola: «Nell’ultimo periodo gli ordini sulla piattaforma sono raddoppiati conferma Federico Sargenti, Ceo di Supermercato 24 - e il traffico ha toccato picchi anche 10 volte più alti dello standard: tantissime persone si sono affidate anche per la prima volta al nostro servizio per fronteggiare questa situazione delicata. A essere maggiormente ricercati e acquistati sono stati i prodotti disinfettanti e gli alimenti a lunga conservazione, nell’ordine: disinfettanti e alcool (+13%), salviettine multiuso (+9%), carne in scatola (+9%), latte in polvere, saponette (+8%)». Ma chi si rivolge al servizio di spesa a domicilio? «Il nostro cliente tipo sono le donne, di fascia media tra i 25 e i 50 anni. In questo momento specifico, è ovvio che il quadro è in divenire e cambia. Penso soprattutto agli anziani o ai figli di persone anziane che vogliono supportarli al meglio ed evitar loro spostamenti rischiosi. Siamo orgogliosi di essere d’aiuto alle persone in un momento come questo, permettendo loro di limitare gli spostamenti e ricevere la spesa direttamente a casa».
Maria Rosa e Renato Siamo qui anche per una signora malata
Sargenti (Supermercato24) Gli ordini sulla nostra piattaforma raddoppiati