Gestiva la droga da casa dei suoi
L’emergenza Coronavirus di questi giorni non ferma le attività di spaccio di stupefacenti in città. Ma, purtroppo per i pusher, nemmeno quelle di contrasto al fenomeno da parte dei carabinieri, che lo scorso fine settimana hanno arrestato due spacciatori veronesi. Il primo, B.F., 23enne residente in centro, è finito in carcere a seguito di una perquisizione domiciliare condotta dai militari delle stazioni di Verona principale con i colleghi di San Massimo. All’interno dell’appartamento, sono stati rinvenuti 620 grammi di marijuana e 65 grammi di hashish, oltre a 17 mila euro in contanti. Secondo i militari, il 23enne aveva messo in piedi una vera centrale di spaccio che gli garantiva enormi introiti, riuscendo a nasconderli anche ai genitori, con i quali viveva. Il pusher è quindi comparso davanti al giudice, che ha convalidato l’arresto disponendo la custodia cautelare in carcere. Sempre durante i controlli dello scorso weekend, i carabinieri di San Massimo e della stazione di Verona principale hanno dato esecuzione ad una perquisizione domiciliare nell’appartamento in quartiere Borgo Nuovo di un altro puscher veronese, B.M., 37enne già in stato di arresto per una precedente indagine sullo spaccio di sostanze stupefacenti.
I carabinieri hanno trovato in soffitta 445 mila euro nascosti in più cassette di sicurezza metalliche, simili a quelle utilizzate dai venditori ambulanti come casse. L’ingente somma di denaro, ritenuta provento dell’attività illecita, è stata quindi sequestrata e versata nel fondo unico di giustizia.