Dalla lacca agli igienizzanti: riconversione lampo
La Bergen di Castel d’Azzano cambia tutto Il presidente Biasi: «Eravamo pronti al peggio Speculare sui prezzi? Mai in questo momento»
Dove passavano deodoranti, insetticidi e lacche per capelli adesso passano i gel igienizzanti. «Ci siamo messi a farli noi direttamente. Grazie ai salti mortali dei nostri dipendenti, e dopo aver ottenuto i permessi, siamo riusciti a trasformare una linea di produzione ed entro domenica trasformeremo anche la seconda. Sono già andati via 24mila flaconi in un giorno». Chi parla è Giovanni Biasi, presidente di Bergen, azienda di Castel d’Azzano.
Dove passavano deodoranti, insetticidi e lacche per capelli adesso passano i gel igienizzanti. «Ci siamo messi a farli noi direttamente. Abbiamo avuto richieste per milioni di pezzi, specie dai supermercati. Grazie ai salti mortali dei nostri dipendenti, e dopo aver ottenuto i permessi, siamo riusciti a trasformare una linea di produzione ed entro domenica trasformeremo anche la seconda. Sono già andati via 24mila flaconi in un giorno, entro il weekend saremo a 50mila, da qui a fine aprile sfioreremo il mezzo milione. Speculare sui prezzi? Non ci pensiamo nemmeno».
Chi parla è Giovanni Biasi, presidente di Bergen, azienda di Castel d’Azzano fondata nel ’69, ottanta per cento del mercato in Italia, specializzata in prodotti per la cura della casa, l’igiene della persona e presidi medico-chirurgici. È da qualche giorno che i suoi circa cinquanta dipendenti fanno i salti mortali. Tutto è iniziato con il boom di richieste di gel igienizzanti, ad esempio quelli che i supermercati forniscono al loro ingresso, in questi tempi di emergenza sanitaria. «Eravamo pronti al peggio perché intuivamo che il coronavirus avrebbe portato all’esaurimento di determinati prodotti importanti per fronteggiare l’allarme». Così è partita la trasformazione di una prima linea produttiva («Cambiare una linea non è facile, ci sono formati particolari, devi sacrificare quella più elastica», rimarcano da Bergen) e il tutto ha richiesto almeno settimana di lavoro, recuperando materiale nei vari stabilimenti, facendosi aiutare dai fornitori e sostenendo turni dal pomeriggio fino a tarda sera. «Tutta la nostra squadra si è messa a disposizione per il bene comune. E la ringrazio. Con il coronavirus gli igienizzanti sono andati esauriti nei supermercati ma anche nelle fabbriche», spiega Biasi. Esaurimento scorte che rischierebbe, sulla carta, di ricreare l’effetto-mascherine con i prezzi alle stelle. «Purtroppo c’è anche chi non collabora, non reagisce, chi fa finta di non capire e non vuole comprendere, ma bisogna avere il coraggio di dire le cose e spiegarle alla gente. Noi stiamo cercando di fare il giusto. Perché gli aumenti sulle materie prime ci sono. L’alcol, per dire, costa già il 10 per cento in più. Le etichette vanno comprate su internet, dove il prezzo sale. E i flaconi non sono facili da reperire. Gli stessi dipendenti vanno pagati di più perché fanno turni massacranti».
I dipendenti, già. «Sulle linee rispettiamo le distanze, guanti e mascherine, locali arieggiati, controlliamo che la gente non si accalchi, in sala mensa non si sosta più di due persone, idem negli spogliatoi», risponde Biasi. Ora, quei gel igienizzanti, partiranno da Castel d’Azzano per andare un po’ dappertutto. «Li stiamo distribuendo ad aziende, fabbriche, tabaccherie, supermercati. Lavoriamo su tutto il territorio italiano. Ma diamo la precedenza a quello veronese». Ci sarebbe richiesta anche dall’estero. «Sì, da Polonia, Serbia, Croazia. Ma sono tutti preoccupati. Ti dicono: “C’interessa, però se chiudono le frontiere?”». Si guarda in casa, allora. «Se ognuno corre la sua gara non si va da nessuna parte. Spero che tutti collaborino — fa Biasi — e si lavori per l’obiettivo comune di sconfiggere il virus».