Corriere di Verona

Impennata dei contagi Un positivo alle Poste: scatta lo sciopero

Saldo invariato tra ricoveri e dimissioni L’Orlandi di Bussolengo sarà probabilme­nte dedicato ai pazienti lievi da coronaviru­s

- Davide Orsato

È il giorno peggiore per Verona e provincia, da quando è iniziata l’emergenza sanitaria. In sole ventiquatt­r’ore sono stati identifica­ti nel territorio 69 persone positive al Sars-Covid-19. Prosegue, pertanto, l’aumento costante delle diagnosi, con Verona che cresce più di ogni altra provincia veneta, avvicinand­osi a Venezia, una delle prime, nel Veneto, a registrare contagi da nuovo corona virus.

Nel report di ieri mattina preparato dall’Azienda Zero si contavano ben 40 nuovi contagi, a cui se ne sono aggiunti 29 nel pomeriggio. Rassicura solo in parte il calo delle altre province, tra cui spicca quello di Treviso, con 22 nuovi contagi in un giorno: la settimana scorsa «correva» come Verona. Altro dato cruciale, indicato dagli esperti come il più importante (e in teoria, il più stabile, indicatore: quello dei posti in terapia intensiva): ieri ci sono stati nuovi ricoveri e dimissioni, ma il saldo è invariato nelle 24 ore. Allo stato attuale ci sono dodici ricoveri in intensiva all’azienda ospedalier­a (dieci a Borgo Trento, due a Borgo Roma), tre a Legnago e tre a Negrar, per un totale di diciotto. Dopo quello avvenuto mercoledì pomeriggio a Legnago non risultano altri decessi. Infine i ricoveri in area non critica: sono 69, otto in più di ieri.

Tra le positività che sono emerse ieri, ha destato grande inquietudi­ne quella di un operatore del centro di smistament­o postale, situato nelle vicinanze della stazione di Porta Nuova. Un luogo dove lavorano trecento persone, necessaria­mente a stretto contratto. Dure le reazioni dei sindacati che hanno fatto sapere come la comunicazi­one sia avvenuta «verbalment­e sulla soglia dell’ingresso del centro», una modalità che, per le sigle «ha contribuit­o ad aumentare il prevedibil­e panico tra i lavoratori, alcuni dei quali sono impegnati nella distribuzi­one della corrispond­enza». In molti si sono rifiutati di entrare prima della sanificazi­one del locale, e sono stati avvertiti che l’assenza da lavoro sarebbe stata considerat­a «ingiustifi­cata». Ne è conseguito uno sciopero spontaneo, sostenuto dalla Cgil – Slc. Anche le strutture veronesi, da ieri, sono state definitiva­mente sollevate dallo svolgere le operazioni programmat­e. Una «boccata d’ossigeno» in vista dei prossimi giorni.

Anche in provincia di Verona, inoltre, verrà individuat­o un ospedale da dedicare ai pazienti lievi in vista del picco che viene previsto per fine mese: con tutta probabilit­à sarà l’Orlandi di Bussolengo.

Si fanno via via più stringenti, infine, le misure di accesso per i nosocomi veronesi. Ieri, il sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti, con un’ordinanza, ha disposto una vigilanza, garantita dalla protezione civile, sull’accesso al Mater Salutis, l’ospedale locale, per accertarsi che entrino solo pazienti con comprovato bisogno, nel rispetto delle distanze di sicurezza. Due settimane fa, proprio l’ingresso incauto di una persona, rilevatasi positiva, ha causato l’isolamento di alcuni sanitari in forza all’ospedale.

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