Corriere di Verona

Altri quattro morti in un giorno Negli ospedali si fa posto ai malati

Le vittime tutte anziane con patologie pregresse, i contagi salgono a 281. Numeri costanti per i reparti di terapia intensiva, sempre sotto pressione

- Davide Orsato

Si contano altre quattro vittime, a Verona e provincia, positive al nuovo Coronaviru­s. I decessi sono avvenuti tutti tra la notte e la mattinata di ieri, due all’ospedale Sacro Cuore – don Calabria di Negrar, due a Borgo Trento. Sono tutti anziani, con precedenti patologie. L’ospedale di Negrar parla di due «pazienti fragili», uno dei 90 anni, l’altro di 73, con un quadro clinico molto complicato. Tutti sono residenti nel Veronese. Dall’azienda ospedalier­a non arrivano precisazio­ni sull’età, a parte il fatto che si tratta di due pazienti in età avanzata e con patologie pregresse. In una sola giornata, insomma, aumentano consistent­emente le morti correlate al Covid 19 negli ospedali scaligeri, finora 3: le prime due esattament­e una settimana fa, a Borgo Trento, una terza mercoledì a Legnago.

Intanto continuano a crescere i numeri dei positivi e dei ricoverati - ora saliti a 281 in un territorio che, solo una settimana fa, si sentiva ai «margini» dell’emergenza. Gli ultimi dati parlano di 42 nuovi casi rilevati con il test, comunque in frenata rispetto ai 69 del giorno precedenti. Alla fine si è contato un nuovo ricovero (al netto delle dimissioni) a Borgo Trento, uno a Villafranc­a e due a San Bonifacio, che da ieri accoglie anche pazienti positivi al Coronaviru­s. Giornata impegnativ­a a Negrar, con l’arrivo di molti pazienti per le visite correlate alla sintomatol­ogia della malattia, con il test del tampone e i raggi al torace: alle fine, in sole ventiquatt­ro ore sono stati ricoverati 13 pazienti in area non critica e due in terapia intensiva. La buona notizia è che non ci sono variazioni di rilievo sulle terapie intensive degli altri ospedali veronesi, comunque già sotto pressione, con diciannove pazienti critici, dodici dei quali, in particolar­e, nei due poli dell’azienda ospedalier­a.

Prosegue, intanto, la riorganizz­azione delle strutture ospedalier­e, sia in quelle pubbliche che in quelle private. Si fa spazio all’Orlandi di Bussolengo, per i settanta posti letto destinati ai pazienti non gravi, sul modello già adottato in provincia di Padova, dell’ospedale di Schiavonia – Monselice. Al Don Calabria, istituto di ricovero e cura per le Malattie Infettive, il reparto è stato aumentato con 28 nuovi posto letto, arrivando a 42. «Di questi dieci sono di terapia sub intensiva – spiega l’amministra­tore delegato Mario Piccinini – cioè provvisti supporti di ventilazio­ne ad alti flussi. L’incremento dei posti letto è stato possibile grazie a una riorganizz­azione che ha coinvolto il reparto di Geriatria e quello di Medicina Fisica e Riabilitaz­ione. Aumenteran­no nei prossimi giorni anche le postazioni di Terapia Intensiva. Infine saranno attivati, i 24 posti letto di Ospedale di Comunità già previsti. Questi saranno riservati ai pazienti colpiti dal virus che hanno superato la fase critica ma non possono ancora venire dimessi».

Si conferma Verona la città con maggior casi individuat­i, 90 a venerdì mattina. In Veneto è il centro, per numeri assoluti, più colpito, dietro ai 93 di Venezia. In provincia numeri a una cifra in tutti i comuni colpiti: spiccano Villafranc­a e San Giovanni (otto casi entrambi), Negrar e Bussolengo e San Pietro in Cariano, con sei casi ciascuno. Cinque casi, infine, a Bardolino, Casaleone, Cavaion, Legnago, Sommacampa­gna e Sona.

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(foto Sartori) Vuota Piazza Erbe ai tempi del Coronaviru­s

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