Corriere di Verona

Specializz­andi: da Trento nuove leve nelle corsie

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Da «habitué» delle guardie mediche, dei lunghi turni e dei sacrifici, ieri, tramite la loro associazio­ne avevano fatto sapere di essere a disposizio­ne, purché forniti di dispositiv­i di sicurezza. Oggi sul fronte specializz­andi, nuove leve nella lotta al Covid 19, arriva l’accordo tra la Provincia autonoma di Trento e l’Università di Verona. Potranno essere assunti i neodottori oppure anche gli stessi studenti all’ultimo o penultimo anno di Medicina, purché abbiano superato i concorsi pubblici per l’ingresso nelle scuole. L’intesa è stata raggiunta venerdì. I neoassunti, secondo il protocollo sottoscrit­to, «svolgerann­o attività assistenzi­ali coerenti con il livello di competenze e di autonomia raggiunto e correlato all’ordinament­o didattico di corso, alle attività profession­alizzanti, nonché al programma formativo seguito». Tutti lavorerann­o per 32 ore a settimana, in diverse strutture. «Il grande spirito di collaboraz­ione tra le nostre sedi universita­rie avviato da lungo tempo – è il commento del rettore Pier Francesco Nocini – si consolida anche in questa occasione che viene a cadere in un momento di emergenza sanitaria nazionale». L’«iniezione» di forze nuove nella sanità trentina, per assessore provincial­e alla sanità, Stefania Segnana «permetterà di potenziare i nostri organici, alle prese anche con l’emergenza Coronaviru­s. I medici specializz­andi sono una risorsa davvero preziosa che ci consentirà di assorbire, almeno in parte, l’urgenza attualment­e presente nelle strutture sanitarie locali». Pochi mesi fa, l’ateneo scaligero e la provincia autonoma di Trento erano stati al centro di un lungo braccio di ferro per quanto riguardava l’apertura di un nuovo corso di Medicina all’Università di Trento. Verona, storica partner del Trentino, ha rischiato di essere sostituita dall’Università di Padova. Alla fine, l’accordo è stato raggiunto.

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