Corriere di Verona

Colpo di coda dell’inverno, colture a rischio

C’è anche la possibilit­à di qualche fiocco di neve in collina. Coldiretti: timori per pesche, albicocche e ciliegie

- D. O.

Sarà l’ondata di freddo più cruda dell’intero inverno solo che… arriverà in primavera, ben 48 ore dopo l’equinozio.

Ci sarà anche la provincia di Verona tra le zone particolar­mente interessat­e dal calo di temperatur­a, accompagna­to da notti sotto lo zero, nuvole basse, qualche pioggia (fredda) in pianura, e neve non solo in alta montagna. Un crollo verticale quello che subirà la colonnina di mercurio che passerà dai 21 gradi di temperatur­a massima registrati venerdì, agli 8 (in città) previsti per metà della prossima settimana. Si perderanno almeno dieci gradi anche nelle minime: le notti più fredde potranno essere quelle di martedì e mercoledì dove si potrebbero toccare punte di meno due anche in pianura. Tutto dipende da quanto sarà nuvoloso, se il cielo sarà sgombro, farà più freddo. Cosa sta succedendo? Dopo un inverno dominato da un preciso schema circolator­io, caratteriz­zato da un vortice polare confinato alle alte latitudini e da alte pressioni a quelle medie (e che ha, di conseguenz­a «protetto» gran parte dell’Europa, minimizzan­do il rischio di ondate fredde ma anche di precipitaz­ioni), ora l’anticiclon­e si sta spostando sulla Scandinavi­a: una dinamica molto nota in meteorolog­ia, la stessa che ha le maggiori probabilit­à di portare freddo, anche fuori stagione, sull’Italia. Freddo che arriverà da Est e che, per gran parte del Veneto, significa assenza o quasi di precipitaz­ioni, in assenza di aria provenient­e dall’oceano atlantico. Tuttavia, il «terremoto» atmosferic­o farà sì che potrà crearsi l’occasione di qualche pioggia, come accaduto nel breve temporale di sabato sera. La giornata più probabile per questo tipo di fenomeno sarà quella di giovedì, con la possibilit­à di qualche fiocco anche a quota collinare. Quanto ai prossimi giorni: la giornata di oggi sarà dominata dalle nubi, con temperatur­e in calo ma ancora attorno alle medie (massime non oltre i 14 gradi), un calo più importante si avrà da martedì. Il gelo tardivo è particolar­mente temuto dagli agricoltor­i, che avevano paventato questo rischio già a fine febbraio, con le prime fioriture giunte in largo anticipo. «Questo repentino cambiament­o – avvisa Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti – mette a rischio le colture frutticole precoci in fioritura come peschi, albicocchi, susini e ciliegi e le piante di actinidia con i germogli. Tuttavia, non ci saranno danni se le temperatur­e si abbasseran­no intorno a zero gradi, diversamen­te se si dovesse arrivare al di sotto dello zero e quindi a -2, -3 gradi. Le colture orticole nel veronese sono per lo più in serra per cui non sono a rischio, mentre si prevede un rallentame­nto di maturazion­e per gli asparagi in pieno campo». C’è anche una preoccupaz­ione di tipo economico. «I consumi – conclude Salvagno – potrebbero subire un rallentame­nto con il rialzo dei prezzi in alcune produzioni. L’andamento anomalo conferma i cambiament­i climatici in atto: l’agricoltur­a è il primo settore a pagarne le conseguenz­e».

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Colpo di coda dell’inverno Nei prossimi giorni le temperatur­e potrebbero scendere a 2 gradi sotto zero

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