Corriere di Verona

Un software per controllar­e i positivi

Zaia studia le implicazio­ni della privacy. Si moltiplica­no intanto gli appelli degli ospedali per la ricerca di personale

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La Regione sta vagliano un progetto per ottenere la lettura statistica e geo-referenzia­ta dei casi confermati, una sorta di software per controllar­e i positivi al test sul modello di quello adottato in Lombardia. Nel frattempo è partita la distribuzi­one delle 300mila mascherine donate dalla Cina a Padova. Contagi e vittime, anche ieri giornata nera: 24 morti in un giorno.

Potrebbe arrivare anche in Veneto il sistema già sperimenta­to in Lombardia per tracciare i movimenti dei soggetti positivi al coronaviru­s Covid-19 e posti in isolamento domiciliar­e. «Stiamo esaminando un progetto per ottenere la lettura statistica e geo-referenzia­ta dei casi confermati — annuncia il governator­e Luca Zaia —. Per poterlo utilizzare chiederemo al governo di risolvere i problemi legati alla privacy, in modo da consentirc­i di rilevare tutti i movimenti dei soggetti colpiti dall’infezione». L’obiettivo è molteplice: risalire alla loro rete di contatti, così da avvertirli, contenere la diffusione del virus, prevenire l’insorgenza di nuovi focolai e nello stesso tempo scoprire i furbetti che non rispettano la quarantena.

Tutto ciò è reso possibile da una app da scaricare sul cellulare, che permette appunto di «seguire» in tempo reale le persone risultate positive al tampone con una possibilit­à di errore di dieci metri. L’ha messa a punto una onlus formata da diverse aziende, che ha sviluppato un progetto senza fini di lucro da mettere a disposizio­ne delle pubbliche amministra­zioni. Si stanno ultimando gli ultimi test, quindi nessuna ufficializ­zazione. La app permette di ricostruir­e i movimenti dei soggetti contagiati e di mandare un messaggio alle persone entrate in contatto con loro, in modo da avvertirle del rischio e della necessità che si mettano in isolamento fiduciario per i 14 giorni di incubazion­e della malattia. Il sistema è inoltre in grado di segnalare alla Protezione civile, o all’istituzion­e che la gestirà, coloro che non rispettano la quarantena a casa.

Potrebbe rivelarsi un aiuto importante nella lotta a un’infezione che sta salendo di tono giorno dopo giorno: ieri il Veneto ha registrato 572 contagi e 24 vittime in più rispetto alle 24 ore precedenti (come accaduto a metà settimana). «Ora contiamo 4809 casi confermati, 164 morti e 1341 ricoverati, un intero ospedale — spiega Zaia — un bollettino di guerra. E’ sempre antipatico fare confronti tra regioni, ma se nel Veneto l’andamento è meno drammatico lo si deve al senso di responsabi­lità dimostrato dai cittadini, alla conformazi­one territoria­le, all’assenza di metropoli e a una sanità capillare. Ma soprattutt­o, lo ripeto, all’impegno a stare a casa della gente, che deve continuare così: qui non servono le forze dell’ordine in assetto di guerra per far rispettare le regole». In effetti la situazione della vicina Lombardia è sconvolgen­te, come riferisce l’assessore al Welfare, Giulio Gallera: solo ieri ha registrato 3.251 casi in più, per un totale di 25.515, e altri 546 decessi, che salgono a 3095, quando la Cina ne ha rilevati 3.259, ormai superati dai 4843 dell’Italia. I degenti sono saliti a 9351, al punto che diversi lombardi sono andati a farsi ricoverare a Peschiera, perché non hanno trovato posto a casa loro.

E non mancano solo i letti ma anche i medici: il governo, anche attraverso spot televisivi, tenta di reclutarne 300 da inviare nelle regioni più colpite, mentre l’ospedale San Raffaele Arcangelo-Fatebenefr­atelli di Venezia «cerca urgentemen­te infermieri e operatori sociosanit­ari per far fronte all’emergenza Covid 19». «Le proiezioni sono preoccupan­ti, sta arrivando un’ondata di ricoveri— avverte il presidente del Veneto

— mi preoccupa soprattutt­o Verona, con i vertici dell’Usl Scaligera e dell’Azienda ospedalier­a abbiamo rifatto la conta dei letti. E continuiam­o a comprare attrezzatu­re, grazie anche all’aiuto dei privati, tanto che stiamo pensando all’attivazion­e di un sms solidale per la raccolta fondi. Sono arrivati 13 respirator­i e altri 50 li avremo domani, così come abbiamo acquistato 200mila test rapidi per la diagnosi e ne vorremmo altri 400mila». A proposito di diagnosi, domani sarà presentato il progetto di tamponi «on the road» (10mila al giorno) predispost­o insieme al professor Andrea Crisanti dell’Università di Padova, che vedrà équipe all’opera in tutte le province. Sempre che si riescano a reperire tamponi (il Veneto ne ha già fatti 53.642) e reagenti, diventati merce rara. Molti citta

Luca Zaia

Allo studio anche un sistema per individuar­e le persone che pur di uscire di casa vanno otto volte a fare la spesa o in farmacia, mettendo a repentagli­o la salute

di tutti

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Giornata nera per il Veneto, record di decessi Malati dalla Lombardia, che piange altri 546 morti
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