Il padovano in Cina «Ora qui tutto sta tornando normale»
Chiuso in casa per settimane. «Vale la pena»
Un video su Facebook divenuto subito virale e che ha raggiunto ben presto le 3mila visualizzazioni con decine di condivisioni. Il padovano Marco Zambon, 41 anni, da nove risiede a Nanjing, in
Cina, dove ha fondato una scuola chiamata «Basilico Nanjing» che offre agli iscritti corsi sia di italiano che di cinese: «Le classi sono di massimo 15 allievi – disse Zambon in un’intervista del 2014 a Il Fatto Quotidiano più agevoli da gestire rispetto ai 50 o 60 di molte altre scuole. Cerchiamo di trasmettere la nostra cultura e nel nostro modo di vivere, di immergerli in situazioni reali, fargli scoprire i nostri piatti e il nostro approccio alle cose».
Zambon, pur senza rilasciare nuove interviste, da mesi ripeteva agli amici padovani e italiani quello che di fatto sta accadendo ora in Italia. E cioè che il coronavirus sarebbe arrivato e avrebbe picchiato duro anche nel nostro Paese. E adesso ha deciso di esporsi in prima persona con un video pubblicato sulla propria pagina Facebook: «Sotto suggerimento di alcuni amici ho pensato di portare la mia testimonianza su quanto accaduto in Cina e su quanto accaduto nel Paese in cui risiedo e su quanto sta accadendo in Italia. Abito a Nanjing, città di otto milioni di persone e fortunatamente nel periodo in cui si è diffuso maggiormente il virus le persone erano nelle proprie città per festeggiare il Capodanno cinese. Quando si sono sviluppati i focolai, il Governo cinese ha subito chiuso Wuhan e la provincia dello Hubei, cercando di limitare il contagio con misure immediate. Da noi nel primo periodo si poteva uscire, poi piano-piano sono stati fatti chiudere aziende e negozi, poi sono rimasti aperti soltanto supermercati e farmacie. Le persone
dini hanno offerto i loro camper come basi logistiche. Nel frattempo però è fondamentale non uscire e per dissuadere i meno diligenti la Regione sta studiando «un sistema non invasivo di rilevazione alle casse di supermercati e farmacie dei clienti passati più volte nel corso della stessa giornata».
E mentre a Padova è iniziata la distribuzione a medici, forze dell’ordine e soggetti esposti delle 300mila mascherine regalate dalla Cina e in tutte le province tra ieri e oggi Grafica Veneta ha fatto arrivare 970mila pezzi del proprio modello non ospedaliero, pare scampato il pericolo dell’attracco a Venezia della Costa Victoria. La nave, di ritorno da una crociera di due mesi in India con 1400 passeggeri a bordo, dovrebbe arrivare il 28 marzo a Venezia, ma gli stessi ospiti non vogliono sbarcare «nell’epicentro di un luogo infetto». «E del resto io ho negato la disponibilità ad accogliere la Costa Victoria e il governo mi ha assicurato che non giungerà a Venezia — replica Zaia —. Se ci fossero contagiati a bordo, non saremmo in grado di garantire anche a loro le cure necessarie. Siamo in emergenza».