Corriere di Verona

Catullo: politica in lite, ma bilancio record

- L. A.

Un decreto riapre alcuni aeroporti italiani , ma non quello di Verona. Immediata la polemica. Ma il presidente Arena spiega che«sarebbe inutile farlo prima del 18 maggio». E il bilancio 2019 del Catullo è da record.

Un nuovo decreto del ministero dei Trasporti, emanato l’altra sera, riaccende le discussion­i sull’aeroporto Catullo. Il decreto in pratica riapre alcuni aeroporti italiani (Bergamo e Linate, in particolar­e), ma non quello di Verona. Immediata la polemica, soprattutt­o da parte della Lega. L’ex ministro Lorenzo Fontana parla di «esclusione grave». Sulla stessa linea i parlamenta­ri Vito Comencini e Vania Valbusa. E il leader del Carroccio veronese, Nicolò Zavarise, parla di «rischio di fuga da Verona delle compagnie aeree», per poi attaccare la gestione del nostro scalo da parte dei veneziani di Save («registriam­o che negli ultimi sei anni, a seguito dei nuovi patti parasocial­i, non c’è stato per il nostro scalo il rilancio che avrebbe meritato ed è grave soprattutt­o, che altri scali - affidati alla stessa gestione - abbiano avuto un rilancio e investimen­ti decisament­e migliori, anche in termini di compagnie aeree coinvolte»).Il presidente del Catullo, Paolo Arena, ribatte però che si tratta di una polemica senza fondamento. «Sarebbe assurdo riaprire lo scalo…senza voli e senza passeggeri, visto che fino al 18 maggio nessuno può viaggiare al di fuori della propria regione». Una riapertura oggi sarebbe secondo Arena «solo un danno, comportand­o tutti i costi per i servizi accessori dello scalo, senza alcun introito reale». Arena ricorda il bilancio 2019 «decisament­e positivo» della Catullo SpA (vedi in pagina Economia), assicura che lo scalo sarà pronto a ripartire il 18 maggio e fa un paragone con la Fondazione lirica: «A cosa servirebbe – dice il presidente aprire adesso l’Arena agli spettacoli, se gli spettacoli non si possono fare?».

Sulla stessa linea il sindaco Federico Sboarina per il quale «il tema non è la riapertura di uno scalo senza voli: il tema è ripartire bene quando i voli ci saranno». Dal fronte politico opposto, l’onorevole Alessia Rotta (Pd) spiega che «il Catullo è ancora chiuso perché, sempliceme­nte, Save non ha fatto richiesta per la sua riapertura, ed è molto probabile che il management abbia valutato che non fosse economicam­ente convenient­e, in presenza di uno scarsissim­o traffico interno e internazio­nale».

Il senatore dem Vincenzo D’Arienzo aggiunge che «a Venezia il calo dei voli è del -98,5%: e se non è ancora possibile la mobilità infraregio­nale, che senso ha caricare inutili costi sul gestore ed i commercian­ti?». E per Michele Bertucco (Sinistra in Comune) «è singolare il fuoco e fiamme scatenato dalla Lega che se la prende con la cattiva gestione del Catullo, dimentican­do che nella società la maggioranz­a è in mano ai soci pubblici tutti a guida centrodest­ra ed in 2 casi (Province di Verona e di Trento) i presidenti sono leghisti».

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