Mascherina omaggio domani con «7» per i lettori del Corriere
L’inizio della «fase 2», è coinciso con il rientro al lavoro di milioni di italiani che devono fare i conti con alcune regole fondamentali per evitare il rischio che ricominci a salire la curva dei contagi. Distanziamento e dispositivi di protezione ora sono parte integrante della loro quotidianità. Proprio l’impennata di persone che devono indossare le mascherine per poter uscire di casa ha fatto sì che in Italia comincino di nuovo a scarseggiare. Anche per questo, il Corriere della Sera — in collaborazione con Nivea — regalerà ai lettori, domani, quelle di tipo chirurgico. Saranno cellofanate con il settimanale «7», venduto in allegato al quotidiano. Sempre domani, i lettori di tutte le regioni d’Italia, tranne la Lombardia, che acquisteranno il Corriere, aggiungendo 2 euro, potranno acquistare una bandiera dell’Italia di stoffa inserita dentro «7».Sabato, invece, verrà regalata la «Guida alla fase due-Tutto quello che c’è da sapere dalla A di anticorpi alla Z di zanzare» che i lettori del quotidiano troveranno con iO Donna. Al volume, curato da Elena Marco, hanno lavorato firme ed esperti del Corriere che hanno risposto ai principali dubbi per affrontare, senza ansie, la nuova vita al tempo del coronavirus. sufficiente». Naturalmente ad ogni degente viene somministrato il plasma del donatore compatibile con il proprio gruppo sanguigno. Sono stati selezionati oltre cento donatori con gruppi sanguigni diversi, in parte medici, infermieri e operatori sociosanitari tornati al lavoro dopo la malattia e desiderosi di aiutare chi vive ora quello che loro sono riusciti a superare. Sono guariti da almeno due settimane, con tamponi negativi, senza co-morbilità, cioè altre patologie, e dotati di un livello di anticorpi sufficiente alla donazione. La selezione passa per una serie di esami necessari ad assicurare la sicurezza del plasma. Loro si sono offerti spontaneamente, ma ora tutti i dimessi saranno chiamati dall’ospedale di riferimento per chiedere la disponibilità alla donazione.
«Anche il 3% dei contagiati asintomatici potrebbe aver sviluppato gli anticorpi — aggiunge il governatore — sarebbero potenziali donatori, ma andrebbero cercati col lanternino, quindi andiamo sui ricoverati». E proposito di immunità, gli studi in corso negli Atenei di Padova e Verona l’hanno riscontrata nel 4% dei dipendenti dei rispettivi ospedali (sono 8mila a Padova e 5.200 a Verona) e sul 2% della popolazione generale. Sul fronte tamponi, invece, una delibera regionale autorizza anche i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta a prescriverli e per il paziente sono esenti ticket. Li stanno facendo, a casa dei malati e nelle case di riposo, anche i 511 medici inseriti nelle prime 48 Unità speciali di continuità assistenziale che in Veneto seguono a domicilio 1.839 persone. Una, all’Usl Scaligera, è totalmente dedicata alle case di riposo, nelle quali i controlli sanitari hanno rilevato 2046 anziani (il 6,3%) e 1025 operatori (il 3,3%) positivi al coronavirus. Tra gli ospiti le vittime salgono a 605 (+117), che rientrano nelle 1.579 registrate ieri in Veneto, 22 in più rispetto a martedì. I casi confermati sono 18.496 (+89), ma i ricoveri continuano a scendere (890 in Malattie infettive e 89 in Rianimazione) e i guariti hanno superato quota 10 mila.