Corriere di Verona

Terapia del plasma, primi test anche a Verona

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(d.o.) I primi test sono iniziati lunedì, quando ancora non era diventato un argomento «chiacchier­ato»: da allora sono stati individuat­i sei possibili donatori da cui, se tutto andrà bene, sarà prelevato il plasma nei prossimi giorni. Anche a Verona, all’ospedale di Borgo Trento, si segue la pista di questa possibile terapia contro il Covid 19, anche se con estrema cautela. Il principio è quello del plasma convalesci­enziale, lo stesso attuato — con successo, a detta dei medici — all’ospedale Carlo Poma di Mantova. In altre parole: si usano gli anticorpi del sangue «filtrato» dai globuli rossi, per combattere l’infezione in corso. Negli ultimi due giorni la questione è diventata un terreno di scontro anche politico, dopo il sopralluog­o dei Nas sempre al Poma e le dichiarazi­oni del primario Giuseppe De Donno.

Una questione che non riguarda i medici veronesi che erano già partiti con il protocollo messo a punto dall’azienda ospedalier­a di Padova, che a sua volta ha già l’avallo del comitato etico. I primi possibili donatori, che dovranno superare una serie di test, sono arrivati su segnalazio­ne dei reparti, come quello di Malattie infettive, dove sono stati effettuati i ricoveri. La notizia poi è circolata e in moltissimi hanno cominciato a telefonare al centro trasfusion­ale per chiedere come e quando donare. «Sono arrivate montagne di telefonate - afferma Giorgio Gandini, direttore della medicina trasfusion­ale dell’azienda ospedalier­a veronese - ma la donazione non è automatica, ci sono molte verifiche da fare. Parliamo di uno studio empirico, che deve essere soggetto a una serie di controlli». Insomma, nessuna «cura miracolosa», ma una strada promettent­e. «L’efficacia del plasma convalesce­nziale — prosegue Gandini — è conosciuta da oltre un secolo. La terapia in sé non è nuova, ma trattandos­i di una nuova malattia è da testare: soprattutt­o va capito in che fase e con chi adoperarla». È anche questo il motivo se non si parla, almeno per il momento, dell’impiego di plasma sui pazienti. «L’epidemia è in calo — conclude Gandini — e abbiamo sempre meno pazienti critici. Stiamo cercando di anticipare future emergenze, dunque il plasma verrà al momento conservato. Apprezziam­o l’interessam­ento, ma se qualcuno vuole donare abbiamo sempre bisogno di sangue e plasma per le operazioni ordinarie. Ogni giorno necessitia­mo di 170 donazioni del primo tipo e di 40 del secondo».

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Donatori Finora a Verona ne sono stati individuat­i sei

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