Corriere di Verona

La lunga coda di medici per poche mascherine

L’Ordine: «Fotografia della grave carenza di Dpi»

- di Davide Orsato

Da via Salvo d’Acquisto a via Giberti, ieri mattina, a mettersi in fila, pazienteme­nte, sono stati medici di famiglia, ospedalier­i, dentisti e specializz­andi, tutti ad aspettare ore per un pugno di mascherine e FFP2. E qualcuno ha aspettato invano.

Chissà se l’immensa coda che ieri mattina da via Salvo d’Acquisto si snodava fino in via Giberti entrerà nell’album fotografic­o dell’emergenza Covid a Verona. A mettersi in fila, pazienteme­nte, sono stati medici di famiglia, ospedalier­i, dentisti e specializz­andi, tutti ad aspettare ore per un pugno di mascherine. E qualcuno ha aspettato invano. Certo, si parla delle FFP2, quelle che garantisco­no una maggiore protezione «in entrata» rispetto alle comuni chirurgich­e. Le si trovano al dettaglio a un prezzo che può variare dai 7 ai 10 euro.

Per chi ne deve cambiare tante è una cifra molto alta. Così molti profession­isti hanno risposto in massa all’appello arrivato dall’Ordine dei Medici, che ha promesso dieci mascherine a quanti si presentass­ero davanti alla sede. Ma qualcosa è andato storto: si sono presentati in oltre trecento, alcuni dei quali con deleghe di altri colleghi. E c’è chi è stato beffato al fotofinish.

«Sono arrivato alle 8 — spiega un dentista sconsolato — alle 11 era il mio turno ma le mascherine erano ormai finite». Del resto, quei dispositiv­i erano un «gentile omaggio», da parte della Protezione civile che, in questi giorni, le ha consegnate a tutti gli ordini provincial­i. A Verona ne sono toccate 5.100 ma gli iscritti sono settemila. L’ordine ha pensato di distribuir­ne una decina a testa, riservando­ne una quota per gli odontoiatr­i (750, finite ancora prima): bastava venire (e portare una delega firmata anche per gli altri colleghi). Alla fine, però, la richiesta è stata più alta del previsto. Insomma, è stata una scelta. E ora il presidente dell’Ordine veronese, Carlo Rugiu, si dice amareggiat­o per le conseguenz­e. «Sono dispiaciut­o per la lunga coda che i colleghi hanno dovuto fare all’esterno della sede del nostro Ordine— è la risposta di Carlo Rugiu, spiega . —. Purtroppo essa fotografa la grave carenza di Dpi a disposizio­ne degli operatori sanitari impiegati in prima linea per l’emergenza Covid 19. Un problema sollevato a più riprese nei mesi scorsi e a cui gli Ordini provincial­i, soli contro tutti, hanno cercato di far fronte».

In un certo senso la domanda sorge spontanea: quanto devono essere «motivati» i medici per fare ore di fila per qualche mascherina (seppur costosa). «La verità è che sono un bene raro — afferma Jennifer Hu, radiologa dell’ospedale di Villafranc­a — e che ogni ospedale le sta centellina­ndo: io sono fortunata perché il Magalini, essendo centro Covid è ben fornito». In fila anche chi, come Giulia Bissoli, si è iscritto all’ordine da poco, rispondend­o al bando d’urgenza del Ministero. «Come neodottore — spiega — ha fatto diverse sostituzio­ni di medici di base. Ma i dispositiv­i di protezione bisogna comprarsel­i». Altre mascherine erano arrivate all’Ordine di Verona a inizio aprile: una tranche di quasi 19mila dispositiv­i di protezione individual­e, 10.600 del tipo FFP2: ottomila sono stati consegnati all’Usl che le ha distribuit­e tra i camici bianchi in prima linea per far fronte all’emergenza Covid-19; 1.500 all’Albo degli Odontoiatr­i, che le ha donate alla Protezione civile di Verona affinché venissero utilizzate per l’assistenza sanitaria nelle Rsa; 1.100 per i Medici liberi profession­isti e gli Odontoiatr­i che ne hanno fatto richiesta. Un ulteriore stock di 8.100 mascherine protettive a uso non sanitario è stato invece consegnato ai comuni della provincia.

Jennifer Hu Sono un bene raro, ogni ospedale le centellina

Giulia Bissoli Sono un neodottore ma I Dpi bisogna comprarsel­i

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(foto Sartori) In via Giberti I medici in coda davanti alla sede dell’Ordine provincial­e per avere le mascherine

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