La lunga coda di medici per poche mascherine
L’Ordine: «Fotografia della grave carenza di Dpi»
Da via Salvo d’Acquisto a via Giberti, ieri mattina, a mettersi in fila, pazientemente, sono stati medici di famiglia, ospedalieri, dentisti e specializzandi, tutti ad aspettare ore per un pugno di mascherine e FFP2. E qualcuno ha aspettato invano.
Chissà se l’immensa coda che ieri mattina da via Salvo d’Acquisto si snodava fino in via Giberti entrerà nell’album fotografico dell’emergenza Covid a Verona. A mettersi in fila, pazientemente, sono stati medici di famiglia, ospedalieri, dentisti e specializzandi, tutti ad aspettare ore per un pugno di mascherine. E qualcuno ha aspettato invano. Certo, si parla delle FFP2, quelle che garantiscono una maggiore protezione «in entrata» rispetto alle comuni chirurgiche. Le si trovano al dettaglio a un prezzo che può variare dai 7 ai 10 euro.
Per chi ne deve cambiare tante è una cifra molto alta. Così molti professionisti hanno risposto in massa all’appello arrivato dall’Ordine dei Medici, che ha promesso dieci mascherine a quanti si presentassero davanti alla sede. Ma qualcosa è andato storto: si sono presentati in oltre trecento, alcuni dei quali con deleghe di altri colleghi. E c’è chi è stato beffato al fotofinish.
«Sono arrivato alle 8 — spiega un dentista sconsolato — alle 11 era il mio turno ma le mascherine erano ormai finite». Del resto, quei dispositivi erano un «gentile omaggio», da parte della Protezione civile che, in questi giorni, le ha consegnate a tutti gli ordini provinciali. A Verona ne sono toccate 5.100 ma gli iscritti sono settemila. L’ordine ha pensato di distribuirne una decina a testa, riservandone una quota per gli odontoiatri (750, finite ancora prima): bastava venire (e portare una delega firmata anche per gli altri colleghi). Alla fine, però, la richiesta è stata più alta del previsto. Insomma, è stata una scelta. E ora il presidente dell’Ordine veronese, Carlo Rugiu, si dice amareggiato per le conseguenze. «Sono dispiaciuto per la lunga coda che i colleghi hanno dovuto fare all’esterno della sede del nostro Ordine— è la risposta di Carlo Rugiu, spiega . —. Purtroppo essa fotografa la grave carenza di Dpi a disposizione degli operatori sanitari impiegati in prima linea per l’emergenza Covid 19. Un problema sollevato a più riprese nei mesi scorsi e a cui gli Ordini provinciali, soli contro tutti, hanno cercato di far fronte».
In un certo senso la domanda sorge spontanea: quanto devono essere «motivati» i medici per fare ore di fila per qualche mascherina (seppur costosa). «La verità è che sono un bene raro — afferma Jennifer Hu, radiologa dell’ospedale di Villafranca — e che ogni ospedale le sta centellinando: io sono fortunata perché il Magalini, essendo centro Covid è ben fornito». In fila anche chi, come Giulia Bissoli, si è iscritto all’ordine da poco, rispondendo al bando d’urgenza del Ministero. «Come neodottore — spiega — ha fatto diverse sostituzioni di medici di base. Ma i dispositivi di protezione bisogna comprarseli». Altre mascherine erano arrivate all’Ordine di Verona a inizio aprile: una tranche di quasi 19mila dispositivi di protezione individuale, 10.600 del tipo FFP2: ottomila sono stati consegnati all’Usl che le ha distribuite tra i camici bianchi in prima linea per far fronte all’emergenza Covid-19; 1.500 all’Albo degli Odontoiatri, che le ha donate alla Protezione civile di Verona affinché venissero utilizzate per l’assistenza sanitaria nelle Rsa; 1.100 per i Medici liberi professionisti e gli Odontoiatri che ne hanno fatto richiesta. Un ulteriore stock di 8.100 mascherine protettive a uso non sanitario è stato invece consegnato ai comuni della provincia.
Jennifer Hu Sono un bene raro, ogni ospedale le centellina
Giulia Bissoli Sono un neodottore ma I Dpi bisogna comprarseli