Fusione Agsm-Aim-A2A L’ottimismo di Sboarina: «Sarà leva per la crescita»
Il dado è tratto, e adesso si guarda avanti. Dopo la presentazione dell’altro pomeriggio ai sindaci di Verona e Vicenza, il progetto di fusione Agsm-Aim-A2A è stato illustrato ieri da un dirigente dell’agenzia Roland Berger ad alcuni assessori della giunta comunale (Zavarise e Rando per la Lega, Polato e Bertacco per FdI ed il capogruppo di Forza Italia, Bianchini) alla presenza del presidente di Agsm, Daniele Finocchiaro, e di quello di Megareti, Alessandro Montagna. Al termine della riunione, il sindaco Federico Sboarina si è mostrato ottimista: «È partito l’iter di analisi del progetto industriale preliminare – ha spiegato – e l’illustrazione da parte dell’advisor ai partiti della maggioranza è solo il primo degli incontri che si terranno con rappresentanti politici, sindacati e categorie economiche». Il sindaco ha ricordato che «i tavoli tecnici di Agsm e Aim hanno lavorato sulle richieste fatte dai due Comuni-soci, e per quanto riguarda Verona - ha sottolineato - ho chiesto soprattutto che si consolidi la territorialità, e la ferma garanzia per i posti di lavoro. Agsm è sempre stata la cassaforte dei veronesi, - ha concluso Sboarina – e mai come adesso, con gli effetti economici del Coronavirus, deve essere la leva per la ripartenza e la crescita».
Prossime tappe previste, un voto nel CdA di Agsm, entro giugno, e poi il voto «vincolante» del consiglio comunale che slitterà a settembre od ottobre. Tra il voto in CdA e quello in consiglio, Agsm e Aim avranno colloqui con gli altri big del settore (Dolomiti, Alperia, Hera e Iren) per vedere se esistano eventuali proposte migliori di quella di A2A. Già mercoledì prossimo, peraltro, si terrà il consiglio comunale straordinario chiesto dalle minoranze, e potrebbe essere un appuntamento rivelatore delle reali intenzioni dei partiti.
Ricordiamo che al momento, la maggioranza è «a rischio», viste le perplessità espresse sia dalla Lega che da Fratelli d’Italia e da Verona Domani.Dalle opposizioni, intanto, fioccano le critiche. Secondo Michele Bertucco (Sinistra in Comune) «l’impressione è che la conquista del veneto occidentale da parte dei lombardi sia non solo già iniziata, ma anche in fase avanzata mentre la Liga Veneta, autonomista soltanto a chiacchiere, deve farsi piacere questa parvenza di multiutility veneta che altro non è che una dependance non solo della Lega Lombarda, ma anche del centrosinistra che governa Milano e Brescia». E Tommaso Ferrari (Traguardi) sostiene da parte sua che «più l’operazione procede, e maggiore è la sensazione che Verona, come territorio, ci guadagni poco, troppo poco». Ferrari ripropone perciò una gara pubblica perché «serve una competizione reale e non solo di facciata tra le possibili opzioni strategiche».
In aula Mercoledì è previsto il consiglio comunale chiesto dalle minoranze