Corriere di Verona

Tomassini: «Sì, voglio dimostrare chi sono»

Il play, bersagliat­o dagli infortuni, pronto a una nuova stagione con la Scaligera

- Matteo Sorio

«Quanto si è visto del vero Tomassini? Il 60, forse 70 per cento». Il senso di aver lasciato qualcosa a metà. Risponde da casa sua, Pesaro, dov’è appena rientrato, Giovanni Tomassini. Classe 1988, play titolare, 7.2 punti e 2.7 assist in 25’ prima che il lockdown fermasse la corsa della Scaligera verso i playoff di A2 e il sognopromo­zione.

Lei ha un altro anno di contratto, Tomassini: nella sua testa cosa c’è?

«Il sentirsi gialloblù al 10o%. Procurator­e e club sanno bene cosa voglio: portare a termine quanto interrotto. E mostrare che cosa posso fare in campo».

Che cosa non si era ancora visto?

«Ero rientrato a fine ottobre dopo quasi 500 giorni di stop. Sul piano atletico e offensivo facevo ancora un po’ fatica, penso al tiro in allontanam­ento, dove ti serve piena potenza nelle gambe: su quella destra non ce l’avevo ancora. A livello difensivo e di organizzaz­ione del gioco più o meno c’ero».

È presto per il roster di domani ma qual è stata la miglior qualità della Tezenis vista fino allo stop?

«La fisicità. E abbiamo avuto problemi a riconoscer­lo. Col fisico potevamo svoltare nei momenti difficili: penso a quando avevi in campo la taglia di Rosselli, Hasbrouck, Candussi e Udom».

La Scaligera vuole proseguire con coach Diana e viceversa: del suo basket cosa ha capito?

«È completame­nte diverso da quello di Dalmonte. Molto meno schematico. Alcuni dettagli Diana li pretende: attitudine difensiva, voglia a rimbalzo, subito sull’obiettivo appena prendi palla. Però sono pochi dettagli, il resto è molto a interpreta­zione, soprattutt­o dei giocatori-chiave: se Rosselli “vede” una cosa che funziona allora la si fa». Metabolizz­ato lo stop? «Penso già al futuro. Sto continuand­o con pesi, elastici, tappetino. Appena posso mi allenerò all’aperto. Io voglio essere il più possibile pronto per il raduno, ad agosto o settembre».

Ultima gara a metà febbraio, stare fermi così a lungo non è roba cui siete abituati: è preoccupat­o?

«Qualche complicazi­one ci sarà. E non si è abituati a certi lavori da casa. Spero si torni presto alla normalità ma una preparazio­ne diversa va messa in conto, anche da parte dei club, spendendo qualcosa in più se serve. La formula non ce l’ho, immagino che se prima facevi quaranta giorni di preparazio­ne ora ne dovrai fare una ventina in più».

La Lnp vuole ricomincia­re a porte aperte: secondo lei è fattibile?

«Mi pare che il quadro sanitario stia migliorand­o. Io metterei tre opzioni: inizio torneo a metà novembre, metà dicembre, metà gennaio. Così sei già pronto per ogni evenienza».

Ultima: sta guardando Last Dance, il documentar­io sui vecchi Bulls?

«Quelli della mia età sono cresciuti con Jordan. Qualcosa del suo lato nascosto emerge. Ma niente che ne intacchi la grandezza».

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Agonismo Tomassini conduce il gioco per la Scaligera durante l’ultimo campionato

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