Villafranca, riaprono il punto nascite e altre attività Nell’ospedale Covid dopo due mesi può tornare la cicogna
Dopo due mesi, si torna a nascere a Villafranca.
Si tratta di una notizia a lungo attesa da parte dei futuri genitori di un’ampia area della provincia, che al punto nascite del Magalini fa riferimento. Ma, allo stesso tempo, è anche uno step importante per quanto riguarda l’emergenza Covid. Da marzo, infatti, dopo il piano regionale che ha voluto un ospedale per provincia dedicato esclusivamente a quanti colpiti dal coronavirus, l’ospedale di Villafranca era stato chiuso a ogni altro servizio: non sono più esistiti ambulatori e reparti che si occupassero di altro.
Anche quelli che sono diventati neogenitori in questo frangente sono stati indirizzati verso altri centri. Ora, però, il Magalini, che era arrivato ad ospitare centinaia di pazienti con gravi sintomi da tutta la provincia, si sta lentamente, ma inesorabilmente, svuotando: ieri rimanevano 42 pazienti, di cui uno in terapia intensiva. Ecco perché, l’Usl Scaligera d’intesa con la Regione, ha stabilito di riaprire al pubblico anche quella che era l’ultima «fortezza sanitaria» dell’ondata epidemica.La data è quella di lunedì, la stessa con cui ripartiranno molte attività. Attenzione però: ciò non significa, naturalmente, che non ci saranno più pazienti Covid. E, infatti, il Magalini, rimarrà l’ospedale di riferimento, ma con altre modalità. Ci sarà, innanzitutto, un reparto riservato: «Sarà un ospedale nell’ospedale – assicura Paolo Montresor – ci saranno ingressi riservato e non ci saranno punti di contatto aperti al pubblico tra le due aree». Ripartirà più o meno tutto: «I laboratori analisi, la radiologia fatta eccezione della Tac e anche il centro per le donazioni – elenca il direttore generale della Scaligera, Pietro Girardi – soprattutto in questa fase, abbiamo molto bisogno di sangue».
La notizia ha fatto piacere anche agli amministratori locali, a partire dal sindaco di Villafranca, Roberto Dall’Oca: «Mi auguro – ha detto – che la seconda rinascita del Magalini riparta da qui, con il completamento del reparto».
La riapertura «totale» vedrà anche il battesimo della prenotazione online, effettuabile da pc o da cellulare, accedendo al sito https:// www.aulss9.veneto.it e cliccando su «prenotazione e disdette». Basterà scegliere la sede e la «finestra» disponibile. Ma a ripartire, lunedì, non saranno solo i servizi dell’ospedale Magalini, ma anche i Ceod, ovvero i centri diurni per disabili. Un’attività essenziale per molte famiglie e per il benessere di migliaia di persone in provincia: i centri sono capillari nel territorio (62 strutture per oltre 1.600 ospiti e circa 1.300 operatori) e la gestione non è delle più semplici. Ecco perché le misure precauzionali saranno molte: «Entro lunedì – spiega Raffaele Grottola, direttore dei servizi sociali dell’Usl – tutti gli operatori saranno sottoposti a test sierologico rapido. Quindi a tampone ogni venti giorni». Si tratta dello stesso protocollo «rodato» per le case di riposo che, almeno nell’ultimo mese, ha evitato l’insorgere di nuovi focolai. Girardi risponde anche alla polemica sul mancato utilizzo degli ex ospedali di Isola della Scala e di Zevio, sanificati a tempo di record a marzo dai volontari degli alpini e mai utilizzati: «Erano strutture previste in caso di un peggioramento dell’emergenza. Fortunatamente non c’è stato bisogno».
Girardi Ripartirà quasi tutto, dai laboratori analisi alla radiologia
Grottola Entro lunedì test sierologici rapidi a tutti gli operatori