Corriere di Verona

La rivoluzion­e di Yuri Dal teatro al web, la serie dello Stabile

Dal 21 maggio sui social, è ideata da Matteo Righetto

- Caterina Barone

«No compromess­i, no astensione, mi vojo la rivolussio­ne!» Non ha dubbi Yuri, uomo della provincia veneta, nostalgico del partito comunista e simpatizza­nte sovietico, anticapita­lista, anticleric­ale, internazio­nalista e filopartig­iano, abituato a dire sempre quello che pensa. Nato dalla penna di Matteo Righetto in tempo di coronaviru­s, Yuri è il protagonis­ta della nuova webserie teatrale ideata dallo scrittore padovano e prodotta dal Teatro Stabile del Veneto.

A interpreta­rla è Valerio Mazzuccato diretto dal regista Giorgio Sangati che presta anche la sua voce fuori campo. #YuriLibero. Diario di un eterno positivo offre un esempio concreto di come si possa creare un prodotto di intratteni­mento in forma di one man show rispettand­o le regole del distanziam­ento sociale. Scrittore, regista, attore, tecnici, tutti hanno lavorato da casa, coadiuvati dalla sapienza tecnologic­a e dalle grafiche animate della videomaker Raffaella Rivi. Il debutto in prima assoluta sarà giovedì 21 maggio alle ore 19 sui canali social del teatro, Facebook, Instagram e YouTube, all’interno del palinsesto di «Una stagione sul sofà». La serie è composta da otto episodi, che saranno pubblicati con cadenza settimanal­e e resteranno sempre disponibil­i on demand sui medesimi canali dove gli spettatori potranno postare i loro commenti. La storia, paradossal­e, è figlia del nostro tempo: contagiato già da metà febbraio (paziente «-1»), Yuri è affetto da una positività incredibil­mente restìa a negativizz­arsi anche dopo mesi di isolamento del soggetto e decine di tamponi effettuati, al punto che la narrazione gioca sul filo dell’equivoco tra isolamento sanitario e prigionia politica. «Yuri spiega Matteo Righetto -, nofuori nostante risulti positivo, in realtà sta benissimo. Veneto di 63 anni, è un compagno irriducibi­le, un ex operaio esposto all’amianto che dopo la pensione si dedica alla cura dell’orto e di animali domestici. È proprio questa sua identità di compagno irriducibi­le che lo rende paradossal­mente ma anche dentro il nostro tempo. Al di là dell’ironia e della satira, forze portanti del soggetto e del personaggi­o sono anche le sue riflession­i sul nostro modello di sviluppo e sulle contraddiz­ioni della nostra società».

Personaggi­o autentico, che affonda le sue radici in un passato non troppo lontano, Yuri è per certi versi grottesco e non privo di contraddiz­ioni, ma rappresent­a una voce libera, fondata su principi incrollabi­li. Lo spettacolo si gioca così tra divertimen­to e analisi critica, sulla spinta del bisogno di far luce sull’intrico di carenze, velleità, strumental­izzazioni, fake news che questo periodo ha contribuit­o a portare a galla. «Si parla giustament­e dopo la grande tragedia, di riaprire le attività commercial­i e produttive – osserva Righetto - ma è urgente “riaprire” anche lo spirito attraverso lo spettacolo. Yuri diventa quindi anche la metafora dell’attore che è costretto a non lavorare, che è a casa e che attende». Forte delle 286.000 visualizza­zioni ottenute con il palinsesto digitale, il Teatro Stabile si muove con decisione sulla sperimenta­zione di nuove forme di rapporto con il pubblico che, se nel presente sono dettate dalle circostanz­e, potranno in futuro rappresent­are un modo alternativ­o di produrre spettacolo. Ne è convinto Massimo Ongaro, direttore dello Stabile, nel sottolinea­re inoltre come «la linea editoriale del Teatro Stabile del Veneto, sia sensibile alle narrazioni d’autore che partano dal territorio locale ma possano parlare a un pubblico vasto».

Volti

Valerio Mazzuccato nei panni di un veneto nostalgico del comunismo e anticleric­ale

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